Care amiche, cari amici
Intanto grazie di cuore ai tanti, circa quattrocento, che sono intervenuti al convegno di sabato scorso in tema di ideologia del gender e omofobia. Tanta gente, molto entusiasta, attenta per quattro ore consecutive senza intervallo a una serie di relazioni di grande spessore, con la prima testimonianza in Italia del portavoce della Manif pour tous francese, Tugdual Derville. Un ringraziamento doveroso e affettuoso a tutti coloro che hanno sacrificato qualcosa per organizzare un bell’evento, alle quasi duemila persone che l’hanno seguito in diretta streaming, ai giovani che hanno messo insieme un servizio di accoglienza impeccabile, fermo e cordiale contemporaneamente, come è giusto che sia.
Un ringraziamento anche alle Forze dell’ordine che hanno protetto l’incontro dalla violenza dei movimenti glbt, che avevano di fatto impedito un analogo convegno a Casale Monferrato pochi giorni prima. L’incontro ha avuto anche un discreto eco stampa, soprattutto video, che potrete seguire sul sito www.comunitambrosiana.it. Siamo così riusciti a fare conoscere al pubblico che ci segue i pochi parlamentari che si stanno battendo contro l’introduzione della legge sull’omofobia e abbiamo offerto loro un pubblico che li stima nella misura in cui difendono con fierezza i principi non negoziabili. Piccole cose, direte, ma ciononostante purtroppo non abbiamo una grande concorrenza. La legge sull’omofobia verrà calendarizzata al Senato nelle prossime settimane, poi, se corretta, dovrà ritornare alla Camera e quindi di nuovo al Senato.
Quando si approvano cattive leggi, il bicameralismo perfetto permette di fare guadagnare tempo alla società, pur essendo una follia istituzionale. Non possiamo pensare di fermarla, anche perché i numeri del Parlamento non lasciano molte speranze. Ma il convegno ha dimostrato che esistono molte persone che non si arrendono a una deriva giacobina e liberticida, che non vogliono, come ha detto Massimo Introvigne aprendo i lavori, “andare in prigione per aver detto che un bambino è bene che abbia un padre e una mamma”. Allora la lotta contro questa legge è importante che venga combattuta nel corpo sociale, nelle scuole, in famiglia, sul posto di lavoro, parlando alle persone ad una ad una, preparandosi per essere convincenti. In pratica, bisogna costruire una rete di amici che stiano insieme per diffondere i principi non negoziabili, una rete leggera, flessibile, che lasci spazi di libertà quasi totali ai gruppi che ne faranno parte, ma che sia inflessibile nei contenuti, che non ceda ad alcun compromesso dottrinale.
Questa rete servirà anche in prospettiva delle prossime battaglie, quando cercheranno la legalizzazione delle unioni civili e poi di quelle omosessuali, permettendo a queste ultime anche di adottare bambini. In questo senso la battaglia continua. Sabato prossimo 12 ottobre ci sarà una nuova tappa con la veglia delle Sentinelle in piedi, che si ritroveranno a Milano, nel pomeriggio, per affermare silenziosamente il loro rifiuto di questa pessima legge. Fra poco vi diremo dove. Quindi arrivederci alla prossima iniziativa e ancora grazie.