Chi inizia a leggere questo libro pensando di trovarci un saggio di politica o di filosofia politica, rimarrà sorpreso. Lo scritto, infatti, è innanzitutto un saggio, se non addirittura un manuale, di teologia cattolica. Teologia perché, come sa meglio di noi l’autore di questo libro, ogni problema della natura umana, quindi di conseguenza anche politico, si può comprendere a pieno solo considerando l’uomo come figlio di Dio, in un contesto, quello mondano, di lotta fra bene e male.
Così il pensatore spagnolo spende numerosi capitoli ad affrontare i principali misteri e dogmi della fede cattolica. Sebbene non riveli nulla che non sia già stato scritto, scrive con grande dimestichezza dell’argomento, ma sopratutto con un linguaggio di straordinaria chiarezza, producendo un testo di una facilità comprensiva forse sconosciuta ai più grandi teologi.
Essendo comunque un saggio riguardante le dottrine politiche, i misteri e i dogmi che Donoso preferisce snocciolare, sempre nel rispetto delle “tenebre celesti” (sic) che ne nascondono il loro vero significato, sono quelli antropologici, quindi il libero arbitrio, il peccato originale, la sua trasmissione all’umanità intera e l’incarnazione del Cristo. Solo successivamente inizia ad analizzare il liberalismo ed il socialismo (quest’ultimo nel suo stato primordiale), e ci conduce a scoprire che anch’essi hanno una radice teologica nei loro errori, perché, come illustrato nel libro, il male non può che essere una semplice antitesi speculare del bene, avendo origine anch’esso da Dio quando creò Lucifero. Perciò gli errori commessi dalle due ideologie non sono che un rovesciamento, un non-riconoscimento dei dogmi cristiani, che porta ad un interpretazione della natura diversa ed opposta a ciò che in realtà essa è. Parlando del socialismo lo ritiene più forte per il suo essere un a-cattolicesimo completo, una dottrina “satanica” ma con le sue certezze in contrapposizione al relativismo a-dogmatico liberale; e individua all’interno del prino la caratteristica più rivoluzionaria e fine dello stesso, cioè il nichilismo che si cela dietro al razionalismo a sua insaputa, e pure la causa della sua caduta: “C’è chi crede che il socialismo fallirà perché chiede cambiamenti troppo radicali. Io invece penso fallirà perché chiede troppo poco“.
Questo saggio, nonostante l’avvenire di eventi imprevedibili durante l’ultimo secolo e mezzo, è ancora attuale e lo sarà sempre, perché le Verità con la V maiuscola contenute nel Saggio sono metastoriche, valide in ogni tempo, ieri ed oggi come domani. Ma anche perché, nonostante socialismo e liberalismo ottocenteschi abbiano, forse non in senso lato, poca o nulla importanza nella situazione odierna, ciò che va appreso da quest’opera più che i temi trattati è il metodo con cui esso li tratta. E il suo è un metodo che consente di cogliere immediatamente il problema nella sua più profonda radice, indagando tutto in un contesto universale, alla luce di Chi l’universo l’ha creato.
Francesco Tullii