Care amiche, cari amici
Dopo Fini anche Berlusconi si allinea al pensiero unico e dominante che vuole le unioni civili , cioè la sostanziale equiparazione da parte dello Stato delle coppie omosessuali a quelle normali.
Lo fa da liberale smentendo invece clamorosamente il liberalismo, che non accetterebbe mai un riconoscimento e una regolamentazione da parte dello Stato di qualcosa di assolutamente privato come è la scelta di convivere con una persona dello stesso sesso. Sarebbe molto più “liberale” che lo Stato “lasciasse fare”, cioè riconoscesse i diritti individuali di queste persone prescindendo dal loro orientamento sessuale.
Strani davvero questi liberali che vogliono il bollino dello Stato … Io che non sono liberale vorrei che lo Stato almeno un’indicazione la fornisse, ma apprezzo comunque la discrezione dello Stato liberale che cerca di non entrare nelle scelte sessuali dei cittadini.
Che cosa devo dire di fronte a quanto accade? Intanto mi prende un’autentica e profonda tristezza …
Ho creduto in Fini e Berlusconi, ho veramente sperato costruissero il polo conservatore che è sempre mancato nella storia italiana. Conservatore nel senso dei principi fondamentali, quelli legati al diritto alla vita e alla centralità della famiglia oltre che alla libertà di educare anche fuori dalle scuole dello Stato. Conservatore e innovatore contemporaneamente, perché avrebbe potuto togliere definitivamente l’egemonia culturale alla sinistra, allo statalismo e al laicismo anticattolico del dopo Sessantotto.
Così invece non è stato e i due principali leader della destra italiana hanno abdicato, il primo di fronte a una delle poche leggi in controtendenza della recente storia italiana, la legge 40, il secondo auspicando le unioni civili contro il suo proclamato liberalismo.
Adesso è inutile piangere e serve realismo e mente fredda.
Siamo quasi a zero e si parte dai trenta deputati che hanno votato contro il divorzio sprint. Per il resto c’è solo il nulla data l’assenza di ogni opposizione annunciata: il Nuovo centro destra e Fratelli d’Italia se anche scomparissero non se ne accorgerebbe nessuno vista la loro assenza dal dibattito pubblico sulle cose importanti e il clamoroso voto a favore del divorzio breve. Per la Lega Nord vedremo ma certamente non è pensabile che sia sufficiente a costruire un’opposizione autentica e presente su tutto il territorio nazionale.
Lo dico con rammarico profondo perché il Nuovo centro destra era nato con altri auspici, in esso erano confluiti uomini e donne che credono nei valori della cultura cristiana e adesso si trovano a votare contro le decisioni del loro stesso partito.
Rimane la società con la sua ricchezza feconda di iniziative, tutte senza sponsor e senza soldi, eppure piene di un entusiasmo contagioso e meraviglioso. Stiamo vicini a questo splendido corpo sociale capace di reagire al politicamente corretto, sia che si tratti delle Sentinelle in Piedi, sia che si tratti di costituire un Comitato Sì alla famiglia. A settembre comincerà una nuova battaglia diretta contro il riconoscimento delle unioni civili omosessuali, che probabilmente incontreranno una scarsa resistenza parlamentare. Non lasciamoci scoraggiare, preoccupiamoci di costruire una rete di amicizie, di collaborazioni, in ogni città italiana, e impariamo a custodire queste relazioni come il più prezioso patrimonio umano. Non litighiamo anche se abbiamo opinioni diverse, impariamo a rinunciare anche al nostro parere sulle cose non essenziali pur di costruire questa rete che domani, anzi già oggi, è la base della resistenza del corpo sociale al processo di scristianizzazione del nostro tessuto sociale.
Da questo lavoro di collegamento nascerà una rete di relazioni sempre più stabile. Poi verrà il tempo della rappresentanza politica, ma soltanto quando saremo riusciti a mettere insieme dal basso questo difficile e complesso reticolato di relazioni.
Coraggio, il lavoro è appena all’inizio.
Marco Invernizzi