Le persecuzioni dei cristiani continuano imperterrite in Siria, in Iraq ed altrove, e sempre più spesso si sentono richieste di aiuto da parte di o.n.g. o simili. Capita di vedere anche frati che, secondo la loro vocazione, si adoperano per la ricerca di fondi.
E’ il caso di Padre Ibrahim Alsabagh parroco di Aleppo e membro della Custodia di Terra Santa. Sta girando l’Europa alla ricerca di finanziatori per sostenere le opere della Custodia in quella terra martoriata. Verso maggio si presenta al Consiglio Regionale Lombardo e chiede il finanziamento di un progetto per sostenere le popolazioni siriane. Risultato, la Regione non ha fatto mancare il suo sostegno con 300.000 euro che non risolvono il conflitto ma aiutano certamente.
Un esempio migliore di questo come applicazione del principio di sussidiarietà e di solidarietà non si poteva avere: il privato cittadino non riesce da solo a sostenere i più bisognosi? L’ente pubblico interviene, non sostituendosi, ma sostenendo.
La mentalità corrente vorrebbe invece che lo stato si prendesse carico completamente del fardello, liberando così l’uomo comune da ogni responsabilità. Sembra una cosa bella, ma i risultati sono sempre stati catastrofici. L’uomo ha bisogno di agire, di vivere la sua chiamata alla vita in maniera libera. La sua felicità terrena (e aggiungo eterna) passa dalla libertà anche di osare, di puntare in alto. Se la sua opera è meritoria lo Stato può e deve sostenerlo senza sostituirlo.
La deriva che lo stato post-moderno sta prendendo è di segno inverso. A tutti spettano diritti a nessuno i doveri. Ci pensa lo Stato a “fare”. Padre Ibrahim dovrà rispondere degli aiuti ricevuti, prima di tutto nei confronti di quelle popolazioni che aiuta, che gli hanno pagato il biglietto aereo per venire nella “pacifica” Europa. Lo Stato, che magari crea un progetto faraonico, non è invece responsabile di fronte a nessuno, se il progetto fallisce o va male avrà sempre la scusa pronta, l’inefficienza, la corruzione etc…
La storia ci insegna che a fronte delle proteste dei destinatari dei progetti pubblici lo stato allora sostiene che le inefficienze, la corruzione e le debolezze del suo meccanismo sono risolvibili solo concedendogli maggior potere, maggiore capacità di controllo e allora si aprirà una nuova stagione. Sempre la storia, però, ci racconta un mondo diverso. A più controllo e potere dello Stato corrisponde la deresponsabilizzazione dei cittadini e un’eccessiva esposizione dei funzionari che monetizzano la loro posizione di potere “non discutibile”.
Non vogliamo uno Stato forte, vogliano vivere liberamente per liberamente compiere il bene e magari conquistare la vita eterna.
Michelangelo Longo