«La misericordia è in realtà il nucleo centrale del messaggio evangelico, è il nome stesso di Dio, il volto con il quale Egli si è rivelato nell’antica Alleanza e pienamente in Gesù Cristo, incarnazione dell’Amore creatore e redentore» (Benedetto XVI, Angelus, 30 marzo 2008).
Spesso ci chiedono, soprattutto in questo Anno Santo dedicato, che cosa sia in realtà la Divina Misericordia. Questa definizione del Pontefice emerito ci aiuta a rispondere.
Essa è contenuta in un prezioso sussidio predisposto dal Pontificio consiglio guidato da mons. Rino Fisichella per promuovere la nuova evangelizzazione, che è la cifra degli ultimi pontificati, da quello di Pio XII all’attuale di Papa Francesco.
Il piccolo libro ha lo scopo di riprendere i riferimenti alla Divina Misericordia contenuti nel Magistero dei Papi dell’epoca moderna, quella nella quale la figura del Vescovo di Roma è diventata più centrale, rispetto alle epoche precedenti, nella guida del popolo di Dio. Infatti, ricorda Fisichella, quando esistevano sistemi politici che facevano riferimento al cristianesimo – le cosiddette “potenze cattoliche” –, esse stesse erano in qualche modo una guida per le popolazioni, ma dopo l’inizio del processo rivoluzionario che ha portato, dalla Rivoluzione francese in poi, alla costituzione di regimi ostili o comunque indifferenti alla Fede, i popoli cristiani hanno dovuto come “arroccarsi” e la devozione al Santo Padre e al suo Magistero è diventata come una sorta di direzione spirituale per giudicare e affrontare i problemi del tempo presente.
Il libro così riprende i riferimenti alla Misericordia da parte del Magistero nell’epoca moderna, a cominciare dalla devozione al Cuore misericordioso di Gesù, il “Sacro Cuore” che tanta parte ebbe nella resistenza dei popoli cattolici nel XVIII e nel XIX secolo, sia di fronte alla persecuzione esterna che alle eresie interne, come per esempio il giansenismo. Poi, nel secolo XX, un’attenzione speciale alla Divina Misericordia è presente nel Magistero del Concilio Vaticano II, in particolare nel discorso inaugurale dell’11 ottobre 1962, quando san Giovanni XXIII invita a usare la Misericordia invece del rigore come criterio di giudizio nei confronti degli uomini del tempo e così, secondo quanto affermerà san Giovanni Paolo II, inizia a indicare il percorso della nuova evangelizzazione.
Ma la dottrina della Divina Misericordia prende corpo in modo particolare attorno alla figura di santa Faustina Kowalska (1905-1938), la suora canonizzata da san Giovanni Paolo II nel 2000, quando venne anche istituita la festa dedicata alla Misericordia, nella Domenica successiva alla Pasqua. Dalla mistica polacca parte un movimento destinato a diffondersi in tutto il mondo, che ha come scopo quello di porre un limite al diffondersi del male, rappresentato nel XX secolo dalle ideologie nazista e comunista, e a favorire il ritorno alla fede da parte degli uomini del Terzo Millennio. Questi ultimi, infatti, come il Magistero ci invita a fare ormai da decenni, vanno affrontati avendo cura di mostrare loro soprattutto il Volto misericordioso di Cristo, che li cerca e li attende, non li giudica ma li ama, e con il Suo sacrificio gratuito e santo li invita ad abbandonare la via del peccato e della disperazione, per entrare con Lui nella felicità eterna.
Che queste non siano soltanto “parole”, ma presuppongano una battaglia all’ultimo sangue contro il demonio e le sue forze terrene, lo dimostra fra l’altro la vita eroica di santa Faustina, invitata da Cristo a combattere per la salvezza delle anime, in particolare di quelle in agonia.
Ma, come la lettura del suo Diario ci aiuta a comprendere, la devozione alla Divina Misericordia ha anche una dimensione sociale e politica, nel senso che si rivolge ai popoli oltre che alle singole anime, affinché nella capacità di perdonare e di usare la misericordia, sappiano trovare la via della riconciliazione e della solidarietà, per provare a costruire un “mondo migliore” come già chiedeva oltre mezzo secolo fa Pio XII.
Infatti, come disse san Giovanni Paolo II nel 2002 inaugurando il santuario dove riposa il corpo di santa Faustina a Cracovia, «Al di fuori della misericordia di Dio non c’è nessun’altra fonte di speranza per gli esseri umani».
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Marco Invernizzi
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