Newsletter n. 79 – Gennaio 2013 – Omofobia e fascismo

Care amiche, cari amici,

“Omofobo” è l’insulto equivalente a “fascista” degli anni successivi al 1968. Allora veniva qualificato come fascista chiunque fosse contrario al comunismo. Fascista era chi preferiva la femminilità al femminismo. Fascista era chi riteneva che l’autorità avesse un ruolo importante nella vita privata e pubblica e non sfociasse necessariamente in autoritarismo repressivo. Fascista, insomma, era chi non fosse politicamente corretto e allineato. E una brutta conseguenza era che molti giovani diventavano fascisti senza sapere nulla del fascismo, ma solo per contestare la vulgata di moda, oppressiva e noiosa.

Nuova gloria per il Triregno. Nuovo onore per Milano. Paolo VI presto beato.

Nella chiesa di S. Nicolao della Flue, parrocchia del decanato cittadino di viale Forlanini, il presbiterio è ornato da tre grandi lastre dorate, opera di Lello Scorzelli. Il trittico “simboleggia l’onore reso a Milano al primato pontificio di Paolo VI” (Le nuove chiese della diocesi di Milano 1945-1993, Vita e Pensiero, p. 207). Tre, infatti, dal XV sec. in poi, sono le corone che ornano la tiara del Papa, ad indicare i tre regni (Paradiso, terra, inferi) in cui Pietro ha il potere di legare e sciogliere (Matteo 16, 18).  

Giovanni Battista Montini (1897-1978), Papa Paolo VI (1963-78), fu amatissimo arcivescovo di Milano per 7 anni (1954-63), durante i quali compì numerose visite pastorali, protesse i boccioli dei grandi movimenti (come Comunione e Liberazione) e per la prima volta parlò della necessità di una nuova evangelizzazione dell’Occidente, avvertendo potentemente i segni della secolarizzazione. E’ rimasta memorabile la grande missione cittadina del 1957. Nacquero così gli spunti che caratterizzeranno il pontificato di Paolo  VI: missionarietà, adeguamento delle strutture ecclesiali alle nuove esigenze evangelizzatrici, confronto misericordioso, ma fermo nella dottrina, col mondo contemporaneo.

 

Papa Benedetto XVI, che nutre un grande affetto per l’antico predecessore, ha riconosciuto in dicembre le virtù eroiche di Paolo VI, che da ora in poi potrà essere chiamato venerabile. Per l’arcidiocesi di Milano è una grazia enorme, potendo contare già due arcivescovi beati nel XX sec.: Andrea Carlo Ferrari ed Ildefonso Schuster.