Riceviamo e pubblichiamo volentieri l’ultimo comunicato del Comitato “Difendiamo i nostri figli“.
Il presidente del comitato “difendiamo i nostri figli” Massimo Gandolfini esprime soddisfazione per lo slittamento a settembre del ddl Cirinnà, dovuto alla resistenza opposta da pochi valorosi senatori all’interno della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, e prima ancora alla volontà popolare del 20 giugno a piazza S. Giovanni. Sorprende non poco che vi sia ancora oggi il tentativo di mediazioni che in realtà sono solo apparenza. Tra queste la più pericolosa è quella contenuta nell’emendamento presentato da taluni senatori del Pd che intenderebbe distinguere il matrimonio dalle unioni civili semplicemente definendo queste quale “istituto giuridico originario”. Quest’emendamento potrebbe essere discusso in Commissione nella mattinata di oggi. A parte la natura sconosciuta dell’istituto giuridico originario va ribadito che nonostante il maldestro maquillage resterebbe intatta la disciplina sostanziale: se l’unione civile si costituisce con un vero e proprio rito, alla presenza di due testimoni, davanti all’ufficiale dello stato civile, se a essa si applicano esplicitamente gli articoli del codice civile di cui si dà lettura al momento della celebrazione del matrimonio, se si parla di “vedovo” in caso di decesso del convivente, se sono previste la partecipazione alla legittima successoria e la pensione di reversibilità, se infine – se pur nella forma della stepchild adoption – si apre all’adozione, l’unione civile come disciplinata dal ddl Cirinnà indipendentemente dal nomen iuris resterebbe una fotocopia del matrimonio. Di buone intenzioni sappiamo quale via è lastricata: noi non condividiamo affatto tale mediazione al ribasso e auspichiamo che i parlamentari contrari al matrimonio gay non cadano nella trappola.
Roma 5 agosto 2015