Comunicato di Alleanza Cattolica e dei comitati Sì alla famiglia
Presentato come «nuovo», il disegno di legge sulle unioni civili contiene solo modifiche di tipo cosmetico che non mutano la sostanza: quello che si vuole introdurre per le persone omosessuali rimane un «simil-matrimonio», adozioni comprese.
Non basta parlare di «specifica formazione sociale», in teoria distinta dal matrimonio, se del matrimonio rimangono le caratteristiche: un rito di fronte all’ufficiale di stato civile alla presenza di due testimoni (art. 2), in cui ai «civiluniti» sono letti due dei tre articoli del codice civile normalmente letti nei matrimoni (art.3), e la partecipazione per il «civilunito» alla quota legittima di successione (art. 4). L’art. 8 apre poi al riconoscimento esplicito del «matrimonio» omosessuale, chiamato proprio così, perché delega al governo il riconoscimento di «matrimoni» fra persone dello stesso sesso contratti all’estero.
Soprattutto, resta l’art. 5 con la possibilità di adottare il figlio naturale o adottivo di uno dei conviventi, che apre obiettivamente anche all’utero in affitto perché il figlio concepito all’estero da una «madre surrogata», in quanto figlio naturale di un convivente, potrà essere adottato anche dall’altro.
Siamo favorevoli a una disciplina delle convivenze, anche omosessuali, che riconosca i diritti individuali fondamentali, dalla visita in ospedale e in carcere ai diritti relativi all’abitazione, sul modello della proposta Sacconi-Pagano. Qui però non siamo di fronte a una disciplina dei diritti individuali ma a una nuova versione di simil-matrimonio. Una proposta irricevibile per chi davvero non vuole il «matrimonio» e le adozioni omosessuali.
In collaborazione con IDIS (Istituto per la dottrina e l’informazione sociale)