Roma, 4-2-2016 (l.c.) «Contro la Cirinnà, senza se e senza ma» è il titolo di un manifesto che Alleanza Cattolica diffonde a partire dal 5 febbraio. Alleanza Cattolica nota che «il 30 gennaio a Roma il popolo della famiglia ha detto un no chiaro, corale e magnifico al disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili». L’associazione esprime apprezzamento per il fatto che «una parte del messaggio del 30 gennaio, quella che denuncia le adozioni omosessuali e l’apertura alla vergognosa pratica dell’utero in affitto, abbia incontrato la condivisione anche di personalità e di parlamentari lontanissimi per storia e cultura da quanto pensa la stragrande maggioranza dei manifestanti di Roma». Nello stesso tempo, ribadisce che «le unioni civili della Cirinnà senza adozioni sono un’impossibilità giuridica e morale, un vero e proprio circolo quadrato. Giuridica, perché c’è già giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo secondo cui nessun Paese è obbligato a introdurre per le coppie omosessuali istituti analoghi al matrimonio ma, se lo fa, non può poi discriminare queste coppie quanto alle adozioni. Morale, perché una volta previsto per le coppie omosessuali qualche cosa che è uguale in tutto al matrimonio salvo che nel nome – e che è ben diverso dal riconoscimento dei diritti individuali all’assistenza del convivente in carcere, ospedale e simili, che sono del resto già garantiti da anni dalle leggi in vigore –, tutto il resto non può che seguire». Il sociologo torinese Massimo Introvigne, vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, annuncia una campagna capillare per chiedere «ai parlamentari convinti che il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna di respingere tutta la Cirinnà nel suo impianto e nei suoi principi fondamentali, con adozioni o senza adozioni, e di chiedersi seriamente se è compatibile con le loro convinzioni e il loro onore continuare a militare in partiti che, direttamente o indirettamente, con azioni o con omissioni, dovessero favorire l’approvazione dell’iniquo disegno di legge».
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Contro la Cirinnà, senza si e senza ma
Il 30 gennaio a Roma il popolo della famiglia ha detto un no chiaro, corale e magnifico al disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili.
È apprezzabile che una parte del messaggio del 30 gennaio, quella che denuncia le adozioni omosessuali e l’apertura alla vergognosa pratica dell’utero in affitto, abbia incontrato la condivisione anche di personalità e di parlamentari lontanissimi per storia e cultura da quanto pensa la stragrande maggioranza dei manifestanti di Roma.
Dobbiamo tuttavia ribadire che le unioni civili della Cirinnà senza adozioni sono un’impossibilità giuridica e morale, un vero e proprio circolo quadrato. Giuridica, perché c’è già giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo secondo cui nessun Paese è obbligato a introdurre per le coppie omosessuali istituti analoghi al matrimonio ma, se lo fa, non può poi discriminare queste coppie quanto alle adozioni. Morale, perché una volta previsto per le coppie omosessuali qualche cosa che è uguale in tutto al matrimonio salvo che nel nome – e che è ben diverso dal riconoscimento dei diritti individuali all’assistenza del convivente in carcere, ospedale e simili, che sono del resto già garantiti da anni dalle leggi in vigore –, tutto il resto non può che seguire.
Chiediamo dunque ai parlamentari convinti che il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna di respingere tutta la Cirinnà nel suo impianto e nei suoi principi fondamentali, con adozioni o senza adozioni, e di chiedersi seriamente se è compatibile con le loro convinzioni e il loro onore continuare a militare in partiti che, direttamente o indirettamente, con azioni o con omissioni, dovessero favorire l’approvazione dell’iniquo disegno di legge.
Roma, 5 febbraio 2016
Alleanza Cattolica