Newsletter Ottobre 2010

 

Care amiche, cari amici,

tra poco più di due mesi comincerà l’anno 2011, in cui cadrà il 150° anniversario della nascita dello Stato italiano (1861-2011).

Abbiamo già potuto ascoltare diverse pre-commemorazioni da parte dei vertici istituzionali dello Stato, se andate in libreria trovate vetrine e banchi dedicati all’avvenimento e spesso i giornali dedicano pagine all’evento che si profila. Probabilmente ci stancheremo presto di questa musica “politicamente corretta”. D’altra parte in Italia viviamo e anche questa è un’occasione per riflettere su “chi siamo” e per ricercare un’identità nazionale che tanto servirebbe al nostro Paese.

Newsletter n° 52 – Ottobre 2010

  Care amiche, cari amici tra poco più di due mesi comincerà l’anno 2011, in cui cadrà il 150° anniversario della nascita dello Stato italiano (1861-2011). Abbiamo già potuto ascoltare diverse pre-commemorazioni da parte dei vertici istituzionali dello Stato, se andate in libreria trovate vetrine e banchi dedicati all’avvenimento e spesso i giornali dedicano pagine…

Newsletter Settembre 2010

La storia è “una marcia in più”.
Fra l’11 settembre e il viaggio del Papa in Gran Bretagna

«Voi avete, come si usa dire, “una marcia in più”. Sì, la memoria storica è veramente una “marcia in più” nella vita, perché senza memoria non c’è futuro. Una volta si diceva che la storia è maestra di vita! La cultura consumistica attuale tende invece ad appiattire l’uomo sul presente, a fargli perdere il senso del passato, della storia; ma così facendo lo priva anche della capacità di comprendere se stesso, di percepire i problemi, e di costruire il domani. Quindi, cari giovani e care giovani, voglio dirvi: il cristiano è uno che ha buona memoria, che ama la storia e cerca di conoscerla» Benedetto XVI, incontro con i giovani a Sulmona, 4 luglio 2010).

Newsletter Giugno 2010

Care amiche, cari amici
nel prossimo anno si svolgeranno molte iniziative per la celebrazione del 150° anniversario dell’unità d’Italia (1861-2011).
Il tema è molto importante perché offre la possibilità di riflettere su che “cosa è l’Italia” e su “chi sono gli italiani”, cioè di favorire un esame di coscienza collettivo circa l’identità della nostra nazione. Ricordo anche che nel 1861 non nasce l’Italia, che esisteva almeno da un millennio, ma lo Stato nazionale, cioè un nuovo vestito per un corpo antico.
Una riflessione di questo tipo non è mai senza conseguenze, perché un popolo vive e cresce soprattutto attraverso la percezione che ha di se stesso. Questa percezione si forma soprattutto attraverso una riflessione sul proprio passato, sulla risposta che viene data alle grandi domande relative alla propria storia nazionale. So che molti diranno che oggi pochissimi sono interessati ad avere una qualsiasi interpretazione della propria storia nazionale, ma forse proprio questo è uno degli aspetti più gravi del problema. Infatti, un popolo che non conosce il proprio passato, che non sente il desiderio di riconoscersi in una identità culturale, assomiglia a un uomo che non conosce i propri genitori, i propri nonni, insomma una persona senza radici, una persona essenzialmente debole. Un popolo così è facilmente manipolabile.