Le riunioni dell’arcivescovo coi decani, ovvero coi sacerdoti a capo dei decanati, i distretti in cui è suddivisa una Zona pastorale, sono da sempre tra i momenti più succosi della pastorale ordinaria dell’arcidiocesi di Milano, in cui, oltre a trasmettere delle direttive ai parroci, si aprono spazi di confidenza e dialogo spirituale.
Quella del 22 gennaio 2013 a Seveso assume un rilievo particolare, perché il card. Angelo Scola ha preso in mano tutto il dossier riguardante l’educazione alla Fede. A fronte di un enorme sforzo cartaceo, nei decenni precedenti, in tema di pastorale giovanile, l’arcivescovo ha spiegato che è richiesto semplicemente un cambiamento d’ottica, che passi dall’ansia per l’efficienza delle strutture all’attenzione verso le sfumature dell’animo del singolo. “Ora, si tratta di mettere in rilievo il soggetto evangelizzatore. Parliamo spesso di itinerari, di prospettive, di sussidi, ma non si mette in evidenza il soggetto personale e comunitario dell’evangelizzazione”.
In poche parole, a nulla varrebbero libri su libri di teoria pastorale, enfatizzando le dinamiche di gruppo, se non si riuscisse ad essere vere guide spirituali per ogni singola anima. Più ancora delle parole, “bisogna che ci sia una comunità di adulti (…) che, a partire da questo compito di iniziare i fanciulli ed i ragazzi, vivendo una comunione specifica, facciano percepire ai ragazzi l’esperienza bella di comunità che il rapporto con Cristo domanda con l’impegno della libertà”. Il rischio, infatti, è sempre che qualcuno rimanga emarginato e non si senta valorizzato nelle sue specificità. “Scopo dell’iniziazione cristiana (…) è l’introduzione e l’accompagnamento all’incontro personale con Cristo” attraverso la Chiesa.
Da questa capacità di ascolto passa anche l’aumento delle vocazioni. Il card. Scola comunica a decani e parroci l’intenzione di riaprire il Seminario Minore, come comunità seminaristica liceale, almeno per ragazzi nell’età tra i 16 e i 19 anni. Tante vocazioni non emergono perché non trovano un interlocutore che le sappia indirizzare: come ribadisce anche l’attuale rettore del Seminario Arcivescovile, mons. Giuseppe Maffi, “ora si chiede a tutti i sacerdoti (…) di compiere un passo molto concreto: là dove pensano sia possibile, dovranno rivolgere un invito chiaro ed essere generosi, per attuare una vicinanza sapiente a chi avesse dentro questa domanda”.
Le vocazioni sono sempre il coronamento di un ambiente che le ha facilitate e sostenute, di parrocchie o movimenti dalla spiritualità forte. La parrocchia ha un suo insostituibile ruolo educativo come “chiesa tra le case” dell’uomo. “Darsi da fare per edificare la comunità educante”, afferma il card. Scola, “significa non sottovalutare la parrocchia (…), ma renderla concretamente presente e pregnante per i ragazzi”.
Rubrica a cura di Michela Brambilla