Il card. Angelo Scola introduce la settimana del centenario delle apparizioni mariane di Fatima salendo ad Imbersago, santuario della Madonna del Bosco, dove si festeggiano i 400 anni dell’apparizione locale. “È impressionante che questa data sia così vicina al centenario di Fatima e colpisce che tre bimbi fossero i prediletti là e anche qui. (…) Pensiamo a Fatima e a quanto i due piccolini che verranno canonizzati sabato prossimo da Papa Francesco hanno dovuto sopportare, essendo perseguitati dalla mentalità massonica dominante nella loro terra”.
Quello sui pastorelli è un pensiero ricorrente nelle celebrazioni di questa settimana. Sabato 13 maggio la Madonna pellegrina di Fatima sosta per 24h in Duomo, dove accoglie pellegrini di ogni tipologia sociale. Nel pomeriggio la Messa officiata dall’arcivescovo, che la sera presiede anche il S. Rosario e consacra Milano al Cuore immacolato di Maria. Quando giunge il turno dei chierichetti di tutta la diocesi, l’arcivescovo cita espressamente l’esempio degli ormai santi Francisco e Giacinta Marto. “Davanti a questa effigie della Madonna che, a Fatima cento anni fa, tre ragazzi della vostra età hanno potuto accogliere in visione. Due piccolini sono morti presto in serenità perché volevano seguire Gesù come gli aveva indicato Maria. Avere la Madonna come colei che accompagna a Gesù e fa scoprire che tutti siamo fratelli e sorelle in Lui, è un dono grandissimo. Ecco perché è molto bello che abbiate rispettato l’impegno ad essere qui per venerare e riconoscere la santità dei due e di Lucia che hanno ascoltato, per noi, ciò che la Vergine ha detto loro”.
Già il 9 maggio, mentre le autorità civili riverivano servili Barack Obama, venuto in Europa per riannodare i legami con le sinistre europee, il card. Scola da Imbersago si è chiesto: “le nostre comunità parrocchiali, le associazioni, i movimenti, i gruppi sono espressione dell’uomo nuovo” battesimale? “Come viviamo il modo di essere presi a servizio nella Chiesa e nella società civile? Quanto prevale ciò, ogni giorno, sulle nostre opinioni e ripicche? Come accettiamo le circostanze belle e meno belle della vita e ci disponiamo a viverle quale espressione della volontà di Dio a cui dire “sì” in pienezza?”. Pertanto il 13 maggio, durante la Messa solenne, insiste nell’esortare i milanesi a riscoprire la “figliolanza decisiva della nostra vita eterna, che Gesù ci ha donato assumendo la nostra stessa carne e donando la sua vita sul legno della Croce”, contro ogni idolatria.
L’omelia del Rosario in piazza Duomo, alla presenza della Comunità Cenacolo che si occupa di recuperare i giovani allo sbando, e della cittadinanza, ha al centro l’esortazione: “annunciamo la bontà, la bellezza, la verità della nostra fede”. Il card. Scola è il primo ad inginocchiarsi davanti alla Madonna pellegrina al momento di pronunciare la formula di consacrazione della città al Cuore immacolato. Che è un atto liberante, come sottolinea: “assecondiamo le parole di tale preghiera di affidamento. Questo termine, nel suo significato originario, ha in sé il senso di un movimento e di una crescita della nostra fiducia in Maria. Ognuno di noi, con la sua coscienza, metta in moto la propria mente e il cuore e si impegni in questo cammino di libertà e di pienezza”.
Michele Brambilla