Nella mattinata dell’8 maggio il card. Angelo Scola si è portato presso il Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore (VA) per partecipare, come vuole la tradizione ambrosiana, alla Festa dei Fiori, o, meglio alla festa della Madonna dei Fiori, una celebrazione che cade sempre in prossimità al 13 maggio (apparizioni di Fatima) e presenta ufficialmente alla Diocesi i candidati al sacerdozio. In tale occasione si festeggiano anche gli anniversari di sacerdozio.
Nel 2012 avrebbe dovuto festeggiare anche mons. Luigi Serenthà, dal 1983 rettore dello stesso seminario di Venegono. Uomo dall’animo profondamente caritatevole (in particolare verso i bambini con handicap della Nostra Famiglia, coi quali è spesso ritratto), morì prematuramente nel 1986. Le celebrazioni si sono aperte quindi con un suo ricordo da parte degli allievi don Angelo Calloni, ora residente presso il seminario di Seveso, e don Severino Pagani, oggi responsabile della pastorale giovanile. E’ seguita la grande concelebrazione eucaristica nella basilica del seminario, presieduta dal milanese card. Francesco Coccopalmerio (50° di sacerdozio), a cui il card. Scola ha assistito dal trono.
Al termine della Messa, Scola è salito sul pulpito e ha innanzitutto rivolto un pensiero a mons. Luigi Serenthà, “la cui schietta umanità sacerdotale ebbi modo di apprezzare”, sebbene non l’abbia mai avuto come insegnante. “Fu ammirevole la carità pastorale che lo animò e a cui seppe subordinare ed anche sacrificare tante potenzialità di cui pure era dotato – penso, ad esempio, a quella teologica”. Serenthà era nato forse più per diventare un buon parroco che rettore di un seminario: non riusciva a limitarsi al chiostro, benché trasfondesse nei chierici quella sua grande dedizione al prossimo. Tuttavia aveva anche una predisposizione allo studio che colpì il card. Carlo Maria Martini (60° di Messa. Ma a Venegono manda solo un messaggio), il quale volle dargli quell’incarico.
Successivamente il card. Scola ha comunicato un’importante modifica delle sedi del Seminario Arcivescovile: l’imponente edificio che sorge sulle colline di Venegono Inferiore viene scelto come la “sede unica della Comunità del Seminario di Milano. Venegono risponde alle esigenze formative, che sono quelle prioritarie, perché meglio consente di coniugare l’unità della direzione del Seminario con la sua articolazione nelle due diverse comunità che lo costituiscono (Propedeutico e Biennio da una parte, Quadriennio dall’altra). La sede di Venegono permette anche di continuare e incrementare le iniziative di pastorale vocazionale promosse insieme con la pastorale giovanile, con particolare attenzione alla proposta e all’accompagnamento di quanti fossero chiamati al ministero presbiterale”. Negli ultimi anni, infatti, gli itinerari vocazionali erano stati spostati presso la sede di Seveso, dove al momento risiedono gli alunni del corso propedeutico (cioè i seminaristi che non conoscono il greco e il latino) e le classi di I-II teologia. Per ospitare tutti costoro a Venegono verrà restaurata l’ala dell’edificio che era utilizzata fino a pochi decenni fa come Seminario Liceale Minore. “Il ripristino sarà condotto in modo completo e modulare, con l’intento di consentire una dignitosa e sobria vita seminaristica già a partire dall’inizio dell’anno seminaristico 2013-2014”.
Il seminario di Seveso, un immobile prestigioso, essendo un ex-convento domenicano acquisito dalla Diocesi nel 1818, ai tempi del card. Gaisruck (1818-46), che la destinò a seminario minore. Come tal rimase fino al card. Carlo Maria Martini (1980-2002), che diede a Seveso le funzioni attuali. Per ordine del card. Scola, diverrà il punto di riferimento dei consigli presbiterali “A Seveso faranno riferimento anche le iniziative della Formazione Permanente del Clero fino a che non sia disponibile la sede di Corso Venezia. Affinché la gestione della sede di Seveso non gravi sul bilancio del Seminario si studieranno modalità per una opportuna messa a reddito di quella parte dell’immobile che non verrà utilizzata per iniziative pastorali. Gli incaricati alla realizzazione del progetto, in relazione al cambio d’uso della sede di Seveso, avranno particolare cura di studiare le strade realisticamente percorribili per garantire la continuità di occupazione ai lavoratori, dipendenti del Seminario”.
La sede di Porta Venezia è l’antichissimo Seminario Maggiore fondato da S. Carlo Borromeo nel 1564. Già dall’apertura di Venegono (1932) era utilizzata per la formazione permanente del clero ordinato. Un’idea è di rimettere in funzione le parti non utilizzate dell’edificio per iniziarvi esperienze residenziali.
Rubrica a cura di Michele Brambilla.