Il ciclo di presentazione delle Chiese diocesane “all’avanguardia” nella nuova evangelizzazione, che ha già assistito in autunno al saporoso intervento del card. Christoph Schoenborn, prosegue con l’arcivescovo di Manila, il giovane card. Luis Antonio Tagle (56 anni), pastore della vivacissima ed ispanicissima comunità cristiana delle Filippine, l’arcipelago che compone l’unica nazione asiatica in cui il Cattolicesimo è orgogliosa maggioranza.
La forza comunicativa dell’istrionico cardinale non poteva essere contenuta in due conferenze, una al clero ed una ai laici, pertanto, accanto alla giornata “istituzionale” di mercoledì 26 febbraio, il card. Angelo Scola concede al “collega” il privilegio di presiedere la Messa domenicale delle 11.00 nel Duomo di Milano, appannaggio tradizionale dell’arcivescovo e del Capitolo metropolitano. Più di 20.000 immigrati filippini accorrono in Duomo ad abbracciare il metropolita della loro patria, al quale vengono consegnate le offerte da destinarsi alle vittime dei recenti tifoni.
L’eloquio del card. Tagle sorprende sia preti che laici per la sua freschezza e per la dimensione dell’aneddoto. “Una bambina sporca si è seduta sulle mie ginocchia e ha iniziato a giocare con il mio naso e le orecchie, dicendomi che assomigliavo alla persona della foto appesa vicino alla cappella. Era il mio ritratto ufficiale. Mi aveva riconosciuto perché frequentava la cappella, un posto di pace in mezzo alla povertà immensa”. E’ la dimensione della paternità spirituale, che per il clero filippino ha un senso molto esteso. Milioni di bambini crescono senza genitori a causa dell’emigrazione. Il card. Tagle ha parole dure contro l’atteggiamento del governo filippino, che incentiva l’emigrazione dei compatrioti pensando di poter campare sulle rimesse: alla lunga ha creato un’enorme disagio sociale, in cui i giovani crescono senza modelli di riferimento, nonostante le Filippine non presentino una secolarizzazione così marcata come l’Occidente europeo. I giovani hanno bisogno di valori autentici e trovano nella Chiesa un pilastro infallibile. Da questo bisogno di paternità discende anche un certo “feticismo” nei confronti dello stesso arcivescovo di Manila, fotografato ed abbracciato compulsivamente quando, su incarico del Ministero dell’Istruzione, ispeziona le scuole private, sia cattoliche che laiche.
Incentivare la devozione popolare non è un problema delle Filippine, dove, anzi, è necessario incanalare tanta effervescenza. Il popolo segue numerose devozioni a Cristo ed alla Madonna, dalle quali sorgono grandi movimenti di preghiera e catechesi. Il card. Tagle ha scelto di responsabilizzare i movimenti nelle parrocchie, per cui trovi la consorella della Virgen del Pilar catechista o capo del gruppo liturgico.
Non manca nel card. Tagle un doveroso omaggio al genio locale milanese: la domenica si inginocchia davanti alla tomba di S. Carlo Borromeo ed in settimana trova il tempo di visitare la casa madre del Pontificio Istituto Missioni Estere. I martiri del PIME hanno dato un contributo di sangue elevato alla causa cattolica nelle Filippine e l’arcivescovo di Manila ringrazia ripetutamente i sacerdoti ambrosiani per quanto nei secoli hanno saputo fare a favore della sua patria. Egli rivela di pregare sempre per le vocazioni missionarie milanesi. Ora può toccare con mano i luoghi da cui partono.
Quello filippino è un popolo affamato di verità, ma anche di pane materiale. Giusto negli stessi giorni fa tappa a Milano anche il card. Oscar Maradiaga, che annuncia il sostegno della Caritas Internazionale allo stand della Santa Sede presso EXPO 2015. L’obbiettivo sarà dare all’evento mondiale il sapore e lo sguardo della carità cattolica, come peraltro già indicato dal card. Scola nel discorso di S. Ambrogio, applicando una pagina di Vangelo che stiamo giusto per rileggere all’inizio della Quaresima: “Sta scritto: non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che viene dalla bocca di Dio” (Matteo 4, 4).
Michele Brambilla