Professio Fidei dell’8 maggio è ormai imminente. Il Santo Chiodo della croce di Cristo, che abbiamo appena ricordato nei riti pasquali, sfilerà per le nostre strade, con dietro di sé tutto il popolo di Dio nella sua variegata conformazione.
Le quattro tappe intermedie previste saranno la clinica Mangiagalli (La malattia e la famiglia: narrazioni di croci), la Triennale (Uscire dalla crisi maturando come uomini), la parrocchia S. Giuseppe dei Morenti (I migranti come nuovi cirenei), la nuovissima piazza Gae Aulenti (La solidarietà nel mondo dell’impresa e dell’economia). Sono momenti simbolici, con i quali il card. Angelo Scola intende soffermarsi sulle componenti fondamentali del vivere cristiano della Milano contemporanea: la battaglia per la vita nascente e santamente morente, la ricerca di un nuovo paradigma culturale innervato di valori autentici, la presenza massiccia di fedeli provenienti da altre aree geografiche, che spesso si ritrovano a portare pesi di cui gli europei si disfano, ed un’economia non sempre a prova di etica.
Perché un gesto simile, di questi tempi? Proprio perché ci troviamo in questo particolare frangente storico. Come abbiamo ricordato negli articoli precedenti, il S. Chiodo veniva portato in processione dai milanesi nei momenti di maggiore calamità pubblica. Ora, il card. Angelo Scola invita: “Mettendoci insieme davanti alla croce di S. Carlo Borromeo e alla Reliquia del Santo Chiodo ci lasceremo raggiungere dallo sguardo di Cristo che coinvolge tutto della nostra persona”.
L’obbiettivo della processione 2014 è quindi quello di rimettere Gesù Cristo nel cuore della Milano del terzo millennio. La professione di fede pubblica in Gesù morto e risorto, presente una preziosa reliquia della Passione, ha un evidente carattere missionario e vuole risanare le ferite della Milano travagliata ed incredula della crisi economica ed antropologica contemporanea. La peste del nuovo millennio, che il S. Chiodo vuole sanare, è il rifiuto di Dio e della sua legge, in un termine riassuntivo la “Rivoluzione”, giunto a lambire l’interiorità dell’uomo.
Alleanza Cattolica, che dell’apostolato culturale ha sempre fatto il suo carisma e che chiama “croci” le sue unità di base, fa sua questa intenzione profonda dell’arcivescovo, conscia di quanto eventi di questo tipo possano risvegliare nel’uditorio coaguli “controrivoluzionari”. “La funzione della Grazia consiste precisamente nell’illuminare l’intelligenza, nel fortificare la volontà e nel temperare la sensibilità in modo che si volgano al bene” (Plinio Correa de Oliveira, Rivoluzione e Controrivoluzione, cap. IX, par. 2). La processione del S. Chiodo si è incaricata appositamente di condurre a questa Grazia i partecipanti e i cuori dormienti, di mostrare a tutti che credere non solo è bello, ma dà anche il senso vero e pieno della vita.
Michele Brambilla