Il nuovo Lezionario ambrosiano, promulgato nel 2008, ha riportato la solennità del Corpus Domini nella collocazione tradizionale, ovvero al giovedì successivo la domenica della SS. Trinità, benché in Italia non sia più da tempo festa civile. Rimane la possibilità di ripetere la Messa solenne o la processione la domenica successiva, unitariamente al resto della Penisola, che segue l’accorpamento delle feste religiose decretato negli anni ’70.
La processione diocesana 2014 si terrà nel quartiere milanese di Corvetto (MM3) e andrà dalla parrocchia S. Luigi Gonzaga alla chiesa dei SS. Michele arcangelo e Rita da Cascia. Sarà preceduta dalla Messa solenne, officiata dal card. Dionigi Tettamanzi. E’ il modo del card. Angelo Scola di onorare l’80° compleanno del predecessore, che sta trascorrendo i suoi anni di “pensione” nel silenzio e nel raccoglimento di Villa Sacro Cuore di Triuggio. Sono invitate tutte le confraternite e le associazioni cattoliche della metropoli ed anche stavolta Alleanza Cattolica chiama a raccolta i suoi militanti.
Il culto eucaristico è sempre stato molto vivo a Milano. Già S. Ambrogio ne aveva fatto il centro dell’azione pastorale e devozionale della comunità cattolica. La prima processione cittadina del Corpus Domini è datata 1335. Di pochi anni dopo (1372) la prima traccia di una confraternita del SS. Sacramento avente sede nel Duomo. La pia pratica delle SS. Quarantore ha origini proprio milanesi. Fu inventata nel 1527 nella chiesa di S. Sepolcro ed approvata da Papa Paolo III nel 1537 con un’indulgenza “ad intercessionem civium mediolanensium”. Milanese anche l’uso del baldacchino, introdotto nel 1513 nella parrocchia della basilica di S. Lorenzo alle Colonne. Da quel momento in poi le confraternite eucaristiche dilagarono nel territorio dell’arcidiocesi, fino alle soppressioni dell’età napoleonica. Rimangono tutt’ora molto numerose, sia in città che nel contado.
L’occasione è propizia per spiegare alcune particolarità concernenti il culto eucaristico nel Rito ambrosiano. Il colore liturgico del SS. Sacramento è il rosso per sottolineare maggiormente la connessione con il mistero della Passione del Signore (del resto anche il Giovedì Santo ha i paramenti porpora). L’ostensorio, poi, conserva la forma a tempietto delle pissidi medievali. Nel XIII secolo si cominciarono a costruire pissidi a cilindro, trasparenti, che consentissero ai fedeli di vedere le ostie depositatevi dentro. S. Carlo Borromeo (arcivescovo di Milano 1564-84) canonizzò l’uso di questo tipo di vaso sacro per le processioni e le esposizioni solenni. La conformazione a raggiera dell’ostensorio romano è successiva al Concilio di Trento, quando sorse la necessità di enfatizzare visivamente la Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia. L’ostensorio ambrosiano, di dimensioni contenute, può essere facilmente smontato e conservato nel Tabernacolo assieme alla pisside ordinaria.
Il percorso processionale si è sempre svolto attorno alla cattedrale. Memorabili le processioni oceaniche sul sagrato antecedenti il 1968, specialmente durante l’episcopato del card. Alfredo Ildefonso Schuster (1929-54). Recentemente è invalso l’uso di spostarsi talvolta in periferia, ma sempre a partire da chiese insigni, per festeggiare anniversari particolari delle comunità locali o trasmettere un messaggio di vicinanza alle realtà più problematiche della città.
Michele Brambilla