Inizia il Sinodo straordinario. Diversi periodici danno risalto alle parole del card. Angelo Scola, il quale prende decisamente le parti della famiglia secondo natura e loda la Manif pour tous.
“Sancte Ambrosie, tu illos adiuva”. Anche lui, il massimo patrono dei milanesi, è invocato nelle Laudes Regiae, cantate durante la lunga processione che apre in S. Pietro il Sinodo straordinario sulla famiglia. Milano stessa è presente in spirito nell’augusta aula, non soltanto nella persona del suo arcivescovo, tra i 26 cardinali convocati espressamente da Papa Francesco, ma anche tramite le migliaia di ceri posti alle finestre nel pomeriggio di sabato 4 ottobre, secondo le indicazioni diramate dalla CEI.
Cosa pensi riguardo all’argomento dell’assise il “vicario di S. Ambrogio”, come veniva definito nei secoli della Cristianità l’arcivescovo di Milano, è precisato in una molteplicità di testi ed interviste che il card. Angelo Scola ha voluto rilasciare lungo tutto il mese di settembre. La dichiarazione più importante è stata rilasciata al quotidiano francese Le Figaro, assieme al card. Christoph Schönborn, ed ha avuto grande eco internazionale.
“Oggi nuove minacce pesano sul nostro continente e pongono in termini differenti la stessa questione sul valore della vita umana”.
La Francia in cui esce l’articolo ha già varato le nozze gay e sta muovendo i primi passi nella direzione dell’omogenitorialità e dell’utero in affitto, ma da Oltralpe viene anche una forma di combattimento che piace molto ad entrambi i porporati. “La Manif pour tous dovrebbe ispirare l’insieme dei nostri popoli occidentali” per il modo in cui, facendo leva su argomenti di pura ragione, ha saputo coagulare attorno alla sua proposta persone dall’estrazione culturale e politica più varia.
Secondo Scola e Schönborn la Manif brilla pure per preveggenza. “Aveva previsto che cambiando la natura del matrimonio” estendendo il termine alle coppie omosessuali
“si sarebbe passati ad altre rivendicazioni che snaturano l’adozione e organizzano la fabbricazione di esseri umani”
secondo il capriccio degli adulti. I cardinali citano S. Giovanni Paolo II, che compiangeva i bambini in provetta, “orfani dei loro genitori vivi” (Lettera alle famiglie).
Ci vorrebbe una vera reazione in stile francese anche in Italia ed in tutta Europa. E a chi, mosso da atteggiamento remissivo ai diktat progressisti, invita (persino dalle pagine dei settimanali diocesani) i cattolici a smussare gli “spigoli” e a non contrapporsi al legislatore in piazza, il card. Scola risponde indirettamente che non si può ignorare l’attacco ideologico alle basi della secolare convivenza umana. Un tipo di “periferia” che è, paradossalmente, “nel cuore della nostra civiltà”.
“Cent’anni fa il nostro continente s’infilava nella guerra trascinando dietro di sé il mondo in un conflitto di cui non si è finito di misurare le conseguenze”. Tramite pratiche quali il commercio di ovociti e la maternità surrogata l’Europa rischia di diventare nuovamente seminatrice di miserie morali e materiali. Per questo non hanno senso espressioni, riscontrabili sulla stampa cattolica milanese, come “Io, prete di parrocchia, (…) non considero affatto le famiglie come bandiere per una battaglia” o “Non riesco a convincermi che l’amore per la famiglia stia, prima di tutto, nella battaglia per le leggi”.
Oltre ad essere in aperto contrasto con il magistero dell’arcivescovo, significano non aver assolutamente compreso cosa ci sia davvero in gioco.
Michele Brambilla