Dopo settimane di annunci, il Consiglio dei ministri decide di sospendere il giudizio sull’argomento scuola, salvo qualche blanda promessa. Nel frattempo, nel mondo “sinistro” riprende l’assalto alla scuola paritaria, specialmente cattolica, con l’accusa, stantia, di stornare soldi che andrebbero naturalmente alla scuola statale.
La scuola paritaria è in realtà un presidio di libertà. Testimonia che l’educazione dei figli spetta anzitutto ai genitori, i quali hanno tutto il diritto (costituzionale) di scegliere la scuola che più si confà ai valori trasmessi tra le pareti domestiche. Negli
Stati Uniti è diffuso il modello dell’home schooling, famiglie che istruiscono i propri bambini in casa, mandandoli poi a fare gli esami da privatisti dove viene rilasciato il titolo legale. Anche in Italia qualcuno ci sta provando, persino nella “rossissima” Toscana, come dimostra il recente caso della home school impiantata dai parrocchiani di Staggia Senese nella canonica del paese.
E’ questo anche il succo della giornata di studio (4 marzo) che si tiene in Università Cattolica, l’istituto paritario principe di Milano, intitolata Liberi di educare alla libertà. Una scuola libera è davvero pubblica. Il convegno parte dal presupposto che
“si può dunque fare scuola a partire da diverse visioni del mondo senza creare mondi contrapposti o semplicemente giustapposti. Lo si dovrà fare sulla base dei valori condivisi sanciti dalla nostra Costituzione e nel rispetto delle normative che il governo dello stato ha il dovere di elaborare. Ma lo spazio per l’iniziativa di tutti i cittadini non può essere negato. Meriterebbe anzi grande considerazione e sostegno” (mons. Pierantonio Tremolada).
Il card. Angelo Scola interviene due volte in 48 ore sull’argomento. Una è nel contesto del convegno a Milano, in un cammeo su cosa significhi porsi come università cattolica nel mondo culturale. Un’altra in un luogo altamente significativo: l’Università Carlo Cattaneo di Castellanza (Varese). Un’università laica, di iniziativa laica, che dimostra come la scuola paritaria non sia semplicemente “roba confessionale”. La laicità è infatti “dialogo di qualità e di fecondazione reciproca”, come precisa il card. Scola.
Durante il convegno in Cattolica l’arcivescovo dichiara che va rivisto lo stesso concetto di “scuola paritaria”.
“Mi pare che nelle politiche scolastiche abbiamo fatto un piccolo passo avanti, anni fa, quando il concetto di scuola paritaria ha accolto il valore pubblico della scuola, mentre il passaggio che ora si deve affrontare è il dire con chiarezza che l’espressione scuola paritaria non ci basta e che occorre andare più a fondo. (…) Esiste una natura pubblica della scuola paritaria che, per questo, vogliamo chiamare libera. Dobbiamo superare una modalità ideologica di proporre la scuola libera”,
che è quella di mettersi in “difesa”. L’aggettivo “libera” indica che bisogna giocare, invece, in attacco: la vera scuola libera è quella che nasce dall’iniziativa della società civile.
In fin dei conti la scuola statale è erede del tentativo, da parte dello Stato sabaudo, di “fare gli italiani” (Massimo d’Azeglio) convertendoli, tramite l’obbligo scolastico e la leva militare, al liberalismo delle elites piemontesi.
Il fascismo e l’antifascismo marxista/azionista si sono mossi sullo stesso piano, utilizzando le aule scolastiche come veicolo di propagazione. Idem il Sessantotto. Tanta parte dell’odio verso le scuole paritarie deriva dall’antico rifiuto di qualsiasi cultura non provenga da quanto i “colti” considerano, di volta in volta, all’avanguardia. La scuola cattolica ha sempre educato i suoi alunni ad un senso critico nel nome del Vangelo, e questo non è mai andato giù a tutti coloro che vogliono fondere Dio e Cesare.
La settimana trascorsa ha visto anche l’inizio delle Via Crucis quaresimali presiedute in Duomo dal card. Scola. Alleanza Cattolica ha contribuito alla serata inaugurale (I, II, III stazione) del 3 marzo con una pattuglia di militanti e simpatizzanti che hanno seguito la croce lungo la navata centrale.
Michele Brambilla