Ad una settimana circa di distanza dall’apertura dell’ufficio diocesano per coppie in crisi, l’arcivescovo card. Angelo Scola torna più volte sull’argomento famiglia. Lo fa sulle pagine del Regno, la rivista per sacerdoti edita dall’Università Cattolica, con un intervento intitolato “La famiglia soggetto di evangelizzazione“, ma sono tante le parole a riguardo che costellano anche le visite pastorali.
Per l’arcivescovo è chiaro che sul Sinodo straordinario di ottobre c’è stata una “diffusa rappresentazione mediatica, spesso inadeguata”, che non ha saputo cogliere come
“i padri sinodali, cum Petro e sub Petro, hanno dato vita ad un animato confronto su problemi reali relativi alla situazione della famiglia nella Chiesa e nella società odierna. E lo hanno fatto ascoltando ed approfondendo le tante testimonianze provenienti dal mondo intero. Sono certamente emerse visioni differenti, ma c’è stato un grande sforzo, da parte di tutti, per comprendere e valutare le ragioni delle diverse proposte. È, pertanto, fuori dubbio che al centro del dibattito ci sia stato il bene delle persone e della famiglia con il desiderio di rendere sempre più efficace l’annuncio del Vangelo della famiglia negli attuali contesti”.
Per “Vangelo della famiglia” il card. Scola intende l’insieme dei dati che provengono dalla rivelazione divina e dal magistero sull’istituto familiare.
“La Chiesa tutta, in particolare attraverso il magistero degli ultimi pontefici, ha sottolineato con forza l’intrinseco rapporto tra evangelizzazione e realtà familiare. Infatti la famiglia si pone al cuore della azione pastorale della Chiesa. È la ragione per cui non ci sarà riforma della Chiesa senza la riscoperta della famiglia e del suo compito”.
Una risposta a quanti pensano, o temono, che debba essere la dottrina a cambiare. La famiglia è cellula fondamentale della Chiesa e paradigma della sua esistenza, che trae origine dall’Eucaristia. Così afferma l’arcivescovo in visita pastorale alla parrocchia cittadina di S. Giuseppe della Pace, devotissima alla Madonna di Fatima:
“L’esito del nostro gesto eucaristico è anzitutto nella realtà degli affetti e della famiglia, ad esempio nel rapporto tra gli sposi e tra genitori e figli”.
C’è tutta una teologia della famiglia nelle più recenti apparizioni mariane, che si ricollegano dichiaratamente a Fatima: la Vergine denuncia a chiare lettere l’attacco in corso ai fondamenti umani.
Gran parte della battaglia è vinta se le famiglie e le comunità cristiane riescono ad essere testimoni coerenti ed efficaci del modello evangelico di famiglia.
“È necessario che fin dall’adolescenza si impari ad amare. Spesso siamo convinti di saperlo già fare, ma dobbiamo riconoscere e amare veramente l’altro, seguendo l’esempio di Maria e Gesù”,
che si sono donati al prossimo ed al disegno del Padre senza riserve. La Sacra Famiglia non è quindi un residuato inservibile nell’oggi, come si sostiene sempre più spesso nell’area tedesca, ma mantiene intatto il suo valore normativo.
La Chiesa stessa è indissolubilmente famiglia, che si riconosce figlia. Come l’arcivescovo ha detto nella visita pastorale a Samarate (VA),
“ se siamo qui così numerosi, espressione delle quattro parrocchie della vostra Comunità Pastorale, è perché abbiamo risposto allo stesso invito. Che cosa è, infatti, l’Eucaristia domenicale, se non l’invito che ci convoca come comunità, resa famiglia nuova da Gesù passo, morto e risorto? (…) Abbiamo incontrato Gesù, lo abbiamo respirato con il latte di nostra madre, almeno nella mia generazione. In questa terra da generazioni e generazioni siamo stati immessi nella schiera di fedeli, e potemmo risalire fino al gruppo che lo vide risorto, senza soluzione di continuità”.
Chi possiede una fede consapevole deve armarsi del coraggio e della franchezza di Paolo davanti ad Erode Agrippa (At. 26,1-23). Testimonianza significa dare la possibilità di far “conoscere” ancora, soprattutto ai più giovani, “la realtà secondo lo sguardo cristiano”, in tempi in cui soffia un forte vento di esempi contrari. Nei decenni passati tanti hanno preso a pretesto il criterio della testimonianza per un ripiegamento intimistico. Il discorso del card. Scola sottintende anche un impegno nell’agone pubblico, che sappia davvero essere sale della terra.
Michele Brambilla