A causa di una distribuzione veramente particolare delle ore complessive di scuola, gli alunni di molti istituti saranno ancora sui banchi, per pochissime ore, lunedì 8 giugno, primo lunedì delle vacanze estive. Tuttavia, a partire dal martedì la palla dell’educazione passerà definitivamente nelle mani degli oratori, come vuole la tradizione ambrosiana. Più di 400.000 ragazzi dalle elementari alle medie, senza calcolare gli animatori ed i responsabili di ogni età, torneranno a riempire di allegria i campi, i saloni ed i cortili degli spazi parrocchiali, con un’intensità sconosciuta agli altri mesi dell’anno.
Gli oltre 1000 oratori dell’arcidiocesi di Milano vivono queste settimane di attesa in un clima di trepidazione e di preparazione accurata, sia materiale che spirituale. La Pentecoste riporta il cero pasquale nel battistero, segno che la Pasqua ora, grazie allo Spirito, deve diventare operativa nelle persone dopo la celebrazione solenne, mentre i busti-reliquiario dei vescovi rimangono sull’altare a fare da trade d’union tra gli apostoli di ieri e quelli di oggi.
Maggio ha voluto dire per molti il Battesimo, la Prima Comunione, la Cresima o il Matrimonio di parenti o amici, senza dimenticare che questa settimana comincia il ritiro spirituale dei diaconi in vista dell’ordinazione sacerdotale. Proprio ai Sacramenti, ed al Sacramento per eccellenza, l’Eucaristia, pensa il tema dell’oratorio estivo 2015: Tutti a tavola. Non di solo pane vive l’uomo.
“Tutti a tavola” indica proprio la mensa eucaristica, il banchetto dell’Agnello al quale la Trinità continuamente ci invita. Nell’Eucaristia Cristo si rende cibo per l’uomo, accetta di essere spezzato e condiviso affinché possa penetrare nell’anima dei credenti la grazia della Pasqua. “Non di solo pane vive l’uomo” è una chiara citazione di Matteo 4, 1-11 (le tentazioni di Cristo), non a caso il brano che apre la Quaresima. Gesù rifiuta un miracolismo che si traduce in una affermazione di potenza e si ritorce di sua natura contro l’uomo. Il “sedere a tavola con Gesù” significa quindi imparare ad assumere nell’interiorità “gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”, per dirla con S. Paolo, ovvero sapersi donare agli altri vincendo l’egoismo diabolico.
Il card. Angelo Scola dice agli animatori degli oratori:
“Io non so se voi siete consapevoli dell’importanza di questo momento. E’ solo l’inizio del vostro stupendo lavoro tra i ragazzi e le ragazze delle nostre terre ambrosiane. Io credo che dopo l’Eucaristia non ci sia un fatto più importante per la nostra Chiesa e la realtà milanese di quello che voi fate” proprio perché è in perfetta continuità con il Sacramento, nel quale “è Gesù che ci trasforma in Lui”.
Questa logica è esattamente il contrario dell’individualismo postmoderno:
“Non dite più “io servo”, perché ponete sempre davanti voi stessi. Dite, invece, “Io sono preso a servizio”, come la Madonna”.
Il Sacramento spinge alla missione, ma mantiene umili, perché è dono gratuito di Dio, come lo stesso arcivescovo ripete, in Duomo, ai cresimandi il 24 maggio:
“Un dono lo si può solo ricevere perché viene sempre da un altro. In questi tempi difficili e addirittura tragici per tanti vostri coetanei nel mondo, si cerca regalare qualcosa di utile, ma ogni dono crea gioia solo se è una sorpresa, se è inatteso. Tenete, dunque, bene a mente la consapevolezza del dono che Dio vi offre, ricevendo lo Spirito. (…) Questo Spirito ti è vicino e sarà tuo difensore, ti starà accanto come un grande punto di appoggio a cui potrai sempre rivolgerti. È il tuo consolatore perché la compagnia di Gesù è per sempre”.
Michele Brambilla