Tra i tanti commenti piovuti in questi giorni sull’enciclica di Papa Francesco Laudato si’, dedicata ai problemi ambientali, ce ne è uno anche dell’arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, che stende una prefazione all’edizione per i tipi di Centro Ambrosiano.
Commentando il par. 139 dell’enciclica,
“non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”, il card. Scola asserisce “Tale sguardo unitario fa presente la necessità impellente dell’umanesimo (n. 141). Solo questa visione umanistica permette un’ecologia integrale in grado di tenere insieme le questioni ambientali e quelle socio-economiche, le politiche e le espressioni culturali, le dimensioni “macro” e quelle “micro” della convivenza sociale”.
Un vero ambientalismo tutela quindi anche la vita ed il benessere umani, di tutti gli uomini. L’essere umano, lungi dal costituire quel pericolo letale di cui spesso si parla, è stato posto da Dio al vertice della creazione, e tale rimane nonostante il male deliberatamente scelto. Contro le manie da protocollo di Kyoto il par. 211 del documento papale proclama “L’esistenza di leggi e norme non è sufficiente a lungo termine per limitare i cattivi comportamenti”: occorre penetrare nel campo comportamentale e spirituale.
“Infatti”, spiega il nostro arcivescovo, “parlare di conversione ad un’ecologia integrale mette in campo la libertà e la responsabilità di ciascuno (…) e di tutti insieme”, significa richiamare, più che l’effetto serra, le antiche nozioni di libero arbitrio, peccato personale e sociale. Nozioni che dovrebbero essere familiari ai cristiani, “educati dalla vita quotidiana della Chiesa ritmata dalle celebrazioni sacramentali e, in modo del tutto particolare, dall’Eucaristia domenicale”, vero fondamento di comunità e civiltà, ma che il Magistero insiste a rammentare per la salute delle anime ed un’autentica orto-prassi cristiana.
Se l’uomo è parte integrante degli esseri da tutelare, e tra costoro, mantiene la posizione centrale, la carità verso di esso, specialmente nelle sue varianti più bisognose (vecchi, bambini, malati…), non è nutrire bocche “inutili” o sprecare risorse, è persino più ecologica della difesa dell’orso delle Alpi. Non stupisce, quindi, che l’arcivescovo destini la prima applicazione concreta del concetto di “ecologia integrale” ai mai dimenticati profughi di Erbil (Iraq). In visita il 24 giugno ad Acquatica Park, il celebre parco acquatico a settentrione di Milano appena devoluto da Gardaland al CSI ed alla FOM, il card. Scola affida agli oratori il compito di donare ai cristiani iracheni due generatori elettrici tramite le loro offerte.
“Siate generosi, pensate ai vostri coetanei dei campi profughi che ho visitato in Iraq. Cerchiamo, raccogliendo qualche risparmio, di regalare a questi fratelli cristiani, che hanno perso tutto in una notte e che hanno dovuto abbandonare le loro case, almeno due generatori di corrente. Nel campo di Erbil manca persino l’acqua”.
Diversi oratori profonderanno nell’impresa il ricavato stesso delle attività estive.
Certo, non sono le truppe crociate dell’arcivescovo Anselmo IV (1097-1101), musicate anche da Giuseppe Verdi (1813-1901). Per la sconfitta militare dell’ISIS pare che dovremo aspettare ancora un po’. Tuttavia, i cristiani perseguitati troveranno conforto in questo piccolo passo verso la restituzione di una dignità al loro vivere.
Michele Brambilla