La ricezione del Lezionario ambrosiano promulgato nel 2008 è ancora oggi un “cantiere aperto”, come si diceva durante l’assemblea generale del clero milanese nel 2012. Alcuni particolari, come i riti vigiliari del sabato sera o la lunghezza di alcune pericopi, furono subito considerati troppo complessi ed “inediti” per le celebrazioni parrocchiali. Non sfuggiva, inoltre, l’evidente discrasia con il Messale e con una prassi ormai trentennale basata su di esso. L’anno liturgico fu modificato radicalmente, rendendolo nei titoli più simile a quelli del Rito ambrosiano pre-conciliare, ma con contenuti spesso radicalmente nuovi.
Nel frattempo le nuove letture cominciavano a modificare la “memoria biblica” del popolo ambrosiano (mons. Norberto Valli), trovando anche presso i laici un’accoglienza discorde, non fosse altro per l’affezione ai suoni ed allo stile del Lezionario ambrosiano ad experimentum (1976-2008) con il quale molti erano cresciuti e sul quale non sussistevano grosse obiezioni. Pochissimi si ricordavano la Messa in latino, e tra costoro ancora meno erano in grado di spiegarsi i nuovi titoli alla luce delle letture tridentine, non fosse altro perché molti dei milanesi del 2008 nel 1955 non abitavano neppure a Milano.
A partire dal 2012 si sono quindi susseguiti piccoli interventi in materia liturgica, volti non a produrre l’ennesimo cambiamento radicale (il quarto in meno di mezzo secolo), ma a smussare gli angoli più appuntiti del Lezionario 2008, che sono stati toccati il 30 agosto 2014 dal provvedimento che stabiliva a partire dall’Avvento di quell’anno l’omissione sistematica di una delle due letture veterotestamentarie proposte per la Messa feriale. Nel Lezionario del 1976 la doppia lettura dall’Antico Testamento era concessa solo durante le ferie de exceptato (Novena di Natale).
Il card. Scola fa ora entrare in vigore, in concomitanza con la solennità di Pentecoste (15 maggio), 32 riduzioni di altrettante letture del Lezionario 2008 sparse in tutto l’anno liturgico. La riduzione è un sistema di parentesi quadre che consente di tagliare, nella lettura vocale, parti che non modificano il senso globale del testo. Ad essere tagliate sono parti astruse o facilmente fraintendibili dall’orecchio profano, come la lunga descrizione dei beni preziosi che Salomone si fabbrica in Cronache 9, 13-21 con i beni dei tributi riscossi (giovedì della X settimana dopo Pentecoste).
Rimangono altri punti critici, come l’obbligatorietà, imposta nel 2008, della celebrazione in giorno feriale delle feste dell’Ascensione e del Corpus Domini. La tradizione antica della Chiesa conferma la collocazione al giovedì, come rimane in Vaticano, ma dal 1977 le due solennità in Italia non sono più riconosciute come giorno festivo a livello civile.
Il “palliativo” della possibile ripetizione della Messa la domenica in forma votiva, stabilita dal Lezionario, ma in contrasto con il Messale, che, recependo la modifica al calendario civile, impone la traslazione integrale delle festività interessate (fatta eccezione per i territori svizzeri di Rito ambrosiano), ha ingenerato in questi anni una babele di applicazioni, rompendo l’univocità della normativa antecedente il 2008 e creando difficoltà alla partecipazione popolare, specialmente nelle parrocchie delle aree più industrializzate.
Laddove le norme del 2008 sono state applicate pedissequamente l’Ascensione è, di fatto, quasi scomparsa dal calendario della maggior parte dei fedeli, mentre il giorno del Corpus Domini moltissimi parroci si ritrovano costretti a scegliere tra la processione e la celebrazione della Messa, quasi sempre disgiungendole.
Michele Brambilla