8 anni dopo il caso di Eluana Englaro (9 febbraio 2009), giovane disabile condotta scientemente alla morte per mano di un protocollo eutanasico, avallato dal tribunale di Milano con una sentenza a dir poco contra legem, un governo Gentiloni più che intenzionato a proseguire sulla linea distruttiva del predecessore in materia bioetica sta mandando avanti, a passo spedito, una proposta di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT) cercando, come è stato per la Cirinnà, di inibire il dissenso in commissione e di vincolare quest’ultima al dettato devastante che si vuole a tutti i costi far approdare in aula.
Come 8 anni fa, si è nei pressi della Giornata ecclesiale del malato, celebrata in occasione della memoria liturgica delle apparizioni di Lourdes (11 febbraio) e subito dopo la Giornata per la vita (5 febbraio). Alcuni commentatori hanno voluto malignare sulla scelta di non focalizzarsi, nei manifesti e nei comunicati ufficiali della CEI per Giornata della vita, esclusivamente sul tema dell’aborto, ma in questa linea editoriale è forse visibile proprio la preoccupazione per questo iter legislativo.
Quale sia lo sguardo della Chiesa sull’eutanasia appare chiaro nell’omelia del card. Angelo Scola per la Messa dei malati, celebrata presso il santuario cittadino dedicato alla Madonna di Lourdes: “Non sentitevi inutili, siete fondamentali
per una società civile veramente tale”, ovvero una società che sa fermarsi sulla soglia del Mistero e non pretende di dare o togliere lei la vita a ciascuno dei suoi abitanti.
Viviamo, invece, in una società guidata da chi vuole affermare un dominio totale sul creato e sulle sue leggi, che rifiuta la morte, la malattia e l’invecchiamento perché sono il segno tangibile della fragilità umana, intrinsecamente bisognosa di un Redentore. Il b. Pio IX, festeggiato il 7 febbraio, affermò il dogma dell’Immacolata Concezione davanti ad un mondo liberale che negava il peccato originale e pretendeva di costruirsi da sé la felicità.
Maria parla allo stesso modo anche ai discendenti dei positivisti ottocenteschi: “Anche il Magnificat non fu a buon mercato, nella reazione di Giuseppe, nel seguire la missione del Figlio che la rinviava sempre alla supremazia dell’amore del Padre per il cui servizio era venuto, fino allo “Stabat mater”, sotto la Croce”. La vita umana è completamente abbracciata dal mistero del Dio incarnato, che non ha voluto sottrarsi a nessuno dei suoi aspetti. “L’esistenza, dal concepimento fino al suo compimento naturale, è dentro questo abbraccio che Cristo ci ha comunicato e grazie al quale Egli diventa la compagnia della vita intera”.
I “valori non negoziabili”, lungi dall’essere un elenco “fastidioso”, astratto, si radicano quindi profondamente nella cristologia, cioè nel cuore stesso del Cristianesimo. E’ il motivo per cui, negli Stati Uniti, sono già diventati la base di un ecumenismo dal basso tra le confessioni cristiane. In Europa questo tipo di dialogo è indebolito dalla propensione liberal delle comunità protestanti storiche statalizzate (luterani, calvinisti, anglicani), ma si è già verificato tra i semplici fedeli in molte occasioni, come nelle recenti battaglie in Francia ed Italia contro le imposizioni delle lobby gay. In piazza, per la famiglia monogamica naturale, hanno sfilato gli uni accanto agli altri cattolici, protestanti e ortodossi.