Come ricordato alcuni articoli fa, mons. Mario Delpini intende preparare il suo ingresso solenne come nuovo arcivescovo di Milano pregando nei santuari mariani del territorio. La chiesa parrocchiale di Sotto il Monte Giovanni XXIII (BG), dove nel 1881 fu battezzato un appena nato Angelo Giuseppe Roncalli, è dedicata alla Madonna Assunta. Non potendo officiare nel Duomo di Milano fino alla presa di possesso, è proprio nella cittadina bergamasca che mons. Delpini decide di celebrare la Messa del 15 agosto, a cui segue una processione mariana per le vie del paese.
La Lombardia è priva delle spiagge e dei lungomari affollati di altre regioni, tuttavia Milano è la regina dei locali notturni ed anche alle nostre latitudini la notte del 14 agosto ha propiziato molti eccessi giovanili. Mons. Delpini chiede: “Cosa abbiamo da dire a questo mondo, noi discepoli di Dio? Abbiamo parole originali o ci adeguiamo?”. Le stesse sagre paesane sono spesso gestite dai cattolici seguendo un atteggiamento materialista/efficientista, dimentico dell’origine religiosa. “Siamo anche noi organizzatori di feste che ci fanno dimenticare le domande inquietanti, i drammi del mondo?”.
Le diocesi lombarde, Bergamo compresa, custodiscono nei loro archivi le testimonianze dell’epoca in cui S. Carlo Borromeo diede una regolata al modo con cui i figli del cosiddetto Rinascimento festeggiavano i santi patroni tra ubriacature, baldorie notturne e risse in osteria, per non parlare delle truffe architettate contro i pellegrini e delle Messe celebrate introducendo in chiesa ogni tipo di animale (cavalli, cani, falchi…). L’uomo post-moderno necessita di una rieducazione simile, con una differenza: stavolta bisogna pure rispiegare l’abc della Fede, che nel XVI sec., benché offuscata, era ugualmente il riferimento principe della società.
Il male ama il buio, non a caso certi eccessi avvengono con il favore delle tenebre. E non è neppure un caso che, in questo clima, siano tornate in auge diciture pagane. Il 15 agosto è nuovamente (e poveramente) Ferragosto, feria Augusti. Pochi si ricordano del tentativo di Napoleone Bonaparte di sostituire la festa dell’Assunta con un oscuro S. Napoleone martire, allo scopo di concentrare l’attenzione sul suo compleanno; ancora meno la commemorazione del primo imperatore romano. La caratteristica principale dell’uomo post-moderno è infatti il vuoto culturale ed esistenziale. “C’è un popolo che ama la notte chiassosa e non la mattina operosa. Noi popolo del Signore non celebriamo Ferragosto per cancellare le preoccupazioni, non celebriamo una parentesi. Celebriamo la partecipazione della Vergine alla gloria del Risorto”.
La risposta non è ancora una volta la rassegnazione, ma la missione. “La vocazione alla vita eterna ci rende incaricati di una testimonianza che dà valore ad ogni giorno, appassionandoci alle cose buone, alle cose ben fatte per aggiustare il mondo, sempre al servizio dell’opera di Dio”. Un agire ad maiorem Dei gloriam, atque socialem.
di Michele Brambilla