L’associazione giovanile “Milano per Giovanni Paolo II”, costituita da ragazzi appartenenti a diversi movimenti ecclesiali, promuove dal 2013 una Messa annuale nella memoria liturgica del “Papa dei giovani” (22 ottobre) assieme ad altre iniziative, volte a far emergere quella porzione di cittadinanza che è stata segnata, nel suo cammino spirituale, dalla figura di Karol Wojtyla, il quale da Pontefice visitò di persona la metropoli lombarda in occasione del congresso eucaristico nazionale (1983) e del centenario della morte di S. Carlo Borromeo (1984).
Nel 2017 il 22 ottobre coincide con la I domenica dopo la Dedicazione, pertanto la memoria liturgica di S. Giovanni Paolo II è spostata nel giorno seguente. La sera del lunedì la basilica di S. Ambrogio si riempie fino all’ultima panca per la Messa solenne, presieduta dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini. Egli è testimone oculare dell’amore che la gioventù ha riservato fin da subito all’inventore delle GMG, poiché quando Papa Wojtyla regnava mons. Delpini era rettore dei Seminari milanesi.
I suoi alunni erano un campione rappresentativo dei sentimenti di tutti i ragazzi dell’arcidiocesi. Tra di essi non c’era alcun dubbio: “prima di essere il Papa che in tutte le piazze del mondo entusiasmava i giovani, Karol è stato un giovane, un operaio, un seminarista; prima di essere un vecchio malato che commuoveva per la sua tenacia, è stato un giovane vigoroso, sportivo e fantasioso; prima di convocare milioni di persone di ogni parte del mondo per l’ultimo tributo alla sua morte era stato lui, in ogni parte del mondo, a gridare contro l’ingiustizia e la violenza dell’uomo sull’uomo” fin dalla sua Polonia, imprigionata dal comunismo.
Giovanni Paolo II lo ha potuto fare perché, secondo mons. Delpini, ha assunto in pieno due categorie: la sequela di Cristo e l’amicizia autentica. “La sequela è la decisone di essere discepoli fino alla radicalità della conformazione a Cristo, avendo la fierezza e l’umiltà di praticare lo stile evangelico in ogni cosa”. Su questa linea, l’amicizia è aiuto reciproco nella maturazione spirituale. “Non chiamate amicizia quella di chi vi invita a uscire per bere qualcosa, di chi vi coinvolge nel tempo perso e nei divertimenti dispersivi. Chiamate amici chi vi incoraggia a dare lode a Dio, chi alimenta la passione per la verità, chi pensa e apre vie nuove, chi condivide la gioia di portare alla luce speranze più grandi e amori più veri”.
I giovani del XXI sec. hanno più che mai bisogno di incontrare il tipo di amicizia e di sequela di cui è stato testimone S. Giovanni Paolo II. “Nessuno può cambiare il mondo da solo, ma un gruppo di amici che si sostengono tra loro possono farlo. (…) L’amicizia che costruisce è l’esito della sequela, perché è Cristo che costruisce un nuovo modo di essere casa, famiglia, di essere insieme”.
Vivono invece in “un’Europa degli affari e della paura”, molto diversa da quella che il Magistero wojtyliano pronostica e che pure mons. Delpini addita quando, la mattina del 28 ottobre, benedice i nuovi locali del Centro Aiuto alla Vita dell’ospedale di Cernusco sul Naviglio (MI). La società per cui vale la pena di lottare è proprio quella che si intravede nell’impegno diuturno dei volontari che trasformano un possibile aborto in una gravidanza felice.