Domenica 12 novembre è iniziato l’Avvento, che quest’anno porta con sé un piccolo “inconveniente”. Da quando è stato ristabilito, nel 2008, il secolare calcolo dell’Avvento a partire dal giorno di S. Martino (11 novembre), si è anche ricreata la possibilità di trovarsi una domenica di Avvento in più in data 24 dicembre, incubo dei liturgisti fin dall’epoca più antica perché non si è mai saputo come gestirla.
Per il 2017 è stata diramata la direttiva di celebrare la mattina del 24 dicembre la Messa del corrispondente giorno della novena di Natale. I calendari stampati dalle aziende non si pongono il problema perché seguono, invariabilmente, il calcolo del 1976, che avrebbe fissato la I domenica di Avvento al 19 novembre, preservando il numero delle sei settimane canoniche, in quanto sarebbe stato preso come terminus post quem non il giorno 11, ma il 12 stesso.
La prima settimana di Avvento è comunque da sempre caratterizzata dagli Esercizi spirituali per i giovani universitari. La Federazione Oratori Milanesi sceglie alcune chiese sul territorio nelle 7 zone pastorali e vi manda i suoi predicatori. Per la Zona VII il luogo prescelto è da diversi anni la chiesa di S. Carlo Borromeo a Sesto S. Giovanni: proprio lì, la sera del lunedì, si reca l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, per presiedere personalmente la prima serata di Esercizi.
Lo schema del momento di preghiera è molto lineare: lettura di un brano scritturistico, meditazione del predicatore, spazio per la meditazione personale davanti al SS. Sacramento, possibilità di ricevere il sacramento della Confessione. Mons. Delpini sceglie sia di predicare che di sedersi a confessare, gesto che colpisce molto i giovani presenti.
Fermarsi davanti a Gesù Eucaristia a meditare la sua parola è qualcosa che, per l’arcivescovo, deve caratterizzare ogni giornata del cristiano. Con il Signore si può anche, fruttuosamente, dialogare. “Cosa significa fare domande?”. Tante volte le domande dell’uomo moderno sono in realtà ingiunzioni, richieste formulate presupponendo la risposta negativa o lo scarso valore dell’interlocutore. “Questa è una malattia dello spirito come lo è la curiosità, dove la domanda è quella di chi si interessa di tutto, chiede ogni cosa, ma senza mai un coinvolgimento personale, mentre l’esercizio spirituale della domanda viene dalla sete, dalla persuasione, dal desiderio, dalla speranza che l’altro risponda”.
Il card. Angelo Scola aveva invitato ad “educarsi al pensiero di Cristo”. Il suo successore, in perfetta continuità, invita ora a chiedersi se “conosciamo il Signore secondo lo Spirito o solo per un’emozione, perché ha dato il buon esempio o perché parlava come nessun altro ha mai parlato”. Sono fattispecie, purtroppo, molto frequenti tra i ragazzi degli oratori, dove ci si limita spesso ad una “infarinatura generale” che lascia aperti molti dubbi e non offre strumenti per controbattere agli avversari nel mondo della scuola e del lavoro.
Le dinamiche di gruppo portano talvolta a trascurare le esigenze spirituali del singolo, specialmente quando un giovane è poco “appariscente”, e a rafforzare criteri di selezione banalmente umani. Mons. Delpini dà come “compito a casa” quello di sanare subito i dissidi e le esclusioni che si sono creati tra i ragazzi e per primo si ferma a lungo sul sagrato a parlare con loro.