Sabato 17 marzo mons. Mario Delpini sale a Calolziocorte, in diocesi di Bergamo, per incontrare una categoria singolare nel panorama ecclesiastico lombardo: le parrocchie di Rito ambrosiano fuori dai confini amministrativi dell’arcidiocesi di Milano.
Sono più di quanto si pensi: solo attorno alla pieve di Calolziocorte-Caprino ruotano 9 parrocchie, tra le quali Somasca, dove è sepolto S. Girolamo Emiliani o Miani (1486-1537), fondatore dei padri detti dalla località “somaschi”, e si trova quello che è indicato come il castello dell’Innominato manzoniano. Vicino a Bergamo sono ambrosiane anche le parrocchie di Averara, Brumano, Cassiglio, Cusio, Ornica, S. Brigida, Taleggio, Valtorta e Vedeseta, tanto che esiste presso la Curia orobica un delegato vescovile per il Rito ambrosiano.
Ancora più estesa la parte ambrosiana del Canton Ticino (55 parrocchie), che fu oggetto di particolare attenzione pastorale in epoca borromaica poiché area di confine con i protestanti. Gli ambrosiani ticinesi godevano fino a Napoleone del privilegio di un seminario “ad hoc” in Milano, il Collegio Svizzero, che oggi è la sede dell’Archivio di Stato.
Il terzo segmento per ampiezza è la valle di Cannobio in diocesi di Novara, dove il Rito ambrosiano è stato restaurato con successo nel 1990 dopo quasi due secoli di oblio. Seguono poi alcune parrocchie “sparse”, come Colturano, Balbiano e S. Colombano al Lambro in diocesi di Lodi, Torrevecchia Pia, Vigonzone e Zibido al Lambro in quella di Pavia, eredi di antichi diritti feudali dei capitoli delle basiliche milanesi: l’isolamento non ha spesso permesso loro di mantenere il Rito ambrosiano, benché abbiano “resistito” fino ad un’epoca molto recente (2006), a causa della formazione di comunità pastorali con parrocchie di Rito romano. Sempre per lo stesso motivo Pozzo d’Adda, già all’interno dell’arcidiocesi di Milano, è diventata, di contro, ambrosiana e si medita lo stesso passo anche per Civate, unica parrocchia romana in Zona III (Lecco).
La causa della presenza di così tante parrocchie ambrosiane fuori dai confini canonici dell’arcidiocesi va ricercata nei cambiamenti che interessarono la cartina politica della Lombardia tra XVIII e XIX secolo. Le parrocchie oggi bergamasche furono scorporate nel 1785 da Giuseppe II (1780-90), il famigerato “imperatore sagrestano”, perché politicamente sottoposte alla Serenissima. Cannobio divenne piemontese nel 1817, all’indomani del congresso di Vienna (1815). Il “troncone svizzero” fu invece vittima del Risorgimento, che nel 1884 condusse ad una ridefinizione anche di quei confini ecclesiastici.
Tuttavia quasi nessuna di quelle parrocchie volle in seguito rinunciare all’identità culturale e rituale originaria. La riforma del Lezionario milanese nel 2008 ha compiuto ulteriori passi verso il mantenimento di questa peculiarità prevedendo nel calendario liturgico comune e nel rituale alcuni “dispositivi” (ad es. la valorizzazione della variante “fuori dalla diocesi di Milano” nel formulario della Dedicazione del Duomo, “chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani”) modellati sulle esigenze specifiche delle parrocchie “esterne”.