Le parrocchie hanno cominciato fin dalle settimane immediatamente successive alla Pasqua a preparare l’oratorio estivo, il cui tema quest’anno è All’opera, che esalta il contributo umano alla custodia della creazione (il “soggiogamento” di cui parla Gn 1,28). Accanto alla proposta parrocchiale, a partire dal 29 giugno si affiancherà “Oralimpics”, le Olimpiadi degli oratori che si terranno nell’area EXPO. I patroni dell’iniziativa vanno dal governatore della Lombardia Attilio Fontana all’ex-allenatore di serie A Giovanni Trappattoni.
Come tutte le Olimpiadi, anche Oralimpics ha il suo braciere e i suoi tedofori, partiti il 4 aprile da Roma, dove hanno ricevuto la benedizione di Papa Francesco. L’attesa dell’evento prosegue con l’allestimento, il 3 maggio, di un campetto da calcio sul sagrato del Duomo di Milano, alla presenza dell’arcivescovo ambrosiano, mons. Mario Delpini, e delle autorità cittadine.
Le attività estive proposte dalla Chiesa nelle sue varie articolazioni sono un costante invito ad applicare quanto lo stesso mons. Delpini dice ai circa 2000 preadolescenti (i ragazzi delle scuole medie) ambrosiani che si recano in pellegrinaggio ad Assisi: si può essere felici “tutta la giornata, tutta la vita” se ogni cosa che facciamo, compreso il gioco, lo compiamo con e per il Signore.
“Gli oratori sono un luogo sicuro cui le famiglie possono affidare i figli per la loro crescita”, commenta il prefetto di Milano Luciana Lamorgese. Mons. Delpini ricorda però che l’oratorio non è solo un “rifugio”, un “parcheggio” sicuro per la prole in cui si trasmettono un po’ di “buone maniere”, ma “pregando, giocando, facendo teatro si impara a vivere” consci della presenza di Dio in ogni cosa.
Come poco dopo afferma l’arcivescovo nell’omelia presso il Centro Nocetum, cooperativa sorta all’estrema periferia di Milano attorno ad una cappella campestre dedicata agli apostoli Filippo e Giacomo, di cui ricorre la festa liturgica proprio il 3 maggio, il mettersi assieme dei credenti “non è unicamente una buona educazione, non è una convenienza che fa guadagnare qualcosa, non è l’avere in comune dei nemici da cui difendersi, non è simpatia. Ciò che fa da fondamento per superare lo smarrimento è individuare una direzione, volgendo lo sguardo a una stessa meta” trascendente.
Parlando agli imprenditori nella sede di Confcommercio, mons. Delpini aggiunge: “mi sembra che tutti abbiamo un desiderio di bene, di città dove si viva tranquilli. Qualche volta pensiamo che questo sogno sia un frutto realizzato dalle Istituzioni, mentre si costruisce la città con misure virtuose praticabili da ognuno”, che sono un sinonimo della santità quotidiana. “Occorre un senso di tessitura di rapporti nel segno della cordialità”, che viene in ultima analisi dalla fratellanza degli uomini in Dio, perché sia ben organizzato pure un negozio di scarpe.