Milano ospita dal 15 al 17 giugno il 25° Cammino di fraternità delle confraternite italiane. Non è la prima volta che questo accade (memorabili le immagini del meeting regionale lombardo del 1979) ed è uno specifico omaggio alla grande tradizione ambrosiana. Nell’arcidiocesi di Milano sono infatti ancora molto presenti le confraternite del SS. Sacramento e del S. Rosario volute da S. Carlo Borromeo per rinnovare l’apostolato dei laici nella seconda metà del Cinquecento e negli anni più recenti si sono aggiunte diverse nuove realtà.
Nel mondo postridentino le confraternite erano associazioni che, accanto ad un impegnativo programma di preghiera, promuovevano iniziative di carità verso i bisognosi e contribuivano alla manutenzione degli arredi liturgici delle chiese del territorio. Il patrimonio artistico e culturale lasciato in eredità alle sacrestie lombarde (stendardi, ostensori, mazze cerimoniali, reliquiari, libri di pietà, affreschi, quadri, pianete, piviali, ex-voto) è inestimabile. L’occupazione francese (1796-1815) e il Sessantotto hanno provato a disperdere sia l’eredità materiale che quella soprattutto spirituale, poiché è proprio tramite le confraternite che era avvenuto, come dicono gli storici della Controriforma, il “disciplinamento”, ovvero l’adesione e l’educazione al dettato conciliare controrivoluzionario, ma questa realtà si è dimostrata più forte di qualsiasi tentativo di soppressione.
Certamente i numeri a Milano (70 contro le diverse centinaia del XVI sec.) non sono più quelli di una volta. Nel Novecento i giovani cattolici ambrosiani sono stati maggiormente attirati da altre forme associative (l’Azione Cattolica e il vasto mondo dei movimenti ecclesiali) e negli oratori si è preferito sostituire “luigini” (che prendevano il nome da S. Luigi Gonzaga) e “figlie di Maria” con modalità di aggregazione meno rigide. Laddove ancora resistono le confraternite mantengono però intatti i loro antichi propositi e rimangono un’importante richiamo al primato di Dio tramite l’adorazione eucaristica, la promozione del canto popolare e la carità fraterna. L’arcidiocesi ambrosiana ha pure validamente integrato nel suo panorama associativo la peruviana Confraternita del Señor de Los Milagros, anticipando di molti decenni le riflessioni sulla “Chiesa dalle genti”.
Essendo un raduno nazionale, accanto ai gruppi milanesi sfilano in piazza Duomo anche i rappresentanti delle confraternite delle altre regioni d’Italia, dove molto spesso sono ancora il principale veicolo di educazione religiosa. Spicca durante la processione l’enorme catafalco di S. Ambrogio di Voltri, portato a spalla dai confratelli vestiti da marinai: ricorda ai milanesi immemori della loro storia la “Cattività ligure” (573-643), o meglio l’esilio volontario a Genova degli arcivescovi di Milano per sfuggire alle persecuzioni dei Longobardi ariani, terminato sotto S. Giovanni Bono (641-669), al quale è dedicato l’altare del transetto destro della nostra cattedrale. L’intitolazione a Santi ambrosiani di molte chiese della Liguria risale proprio a quell’epoca. Recco e Camogli si contendono tutt’ora l’onore di aver dato la nascita all’arcivescovo che ha riportato la sede a Milano.