Sono due le date che tradizionalmente portano i milanesi a riflettere sul contributo offerto dal vasto mondo associazionistico e dei movimenti all’opera di evangelizzazione della metropoli: il 23 febbraio, anniversario della morte di mons. Luigi Giussani (1922-2005), e il 26 giugno, memoria liturgica di S. Josè Maria Escrivà de Balaguer (1902-75), fondatore dell’Opus Dei.
L’Opus Dei è una prelatura, ovvero una “diocesi personale” che attraversa i confini delle diocesi tradizionali. A Milano fu accolta dal beato card. Schuster negli anni in cui la società italiana era da ricostruire da cima a fondo dopo la Seconda guerra mondiale. Il carisma dell’Opus Dei si prefigge, infatti, di favorire nei suoi membri la santificazione del quotidiano. Lungi dall’essere una società segreta o una lobby economico-finanziaria, come è stata spesso dipinta in articoli scandalistici e romanzi anticattolici, predilige certamente discrezione e umiltà, tuttavia una volta l’anno, il succitato 26 giugno, la prelatura si concede una grande celebrazione pubblica nelle cattedrali delle diocesi territoriali.
Il prelato per l’Italia è don Matteo Fabbri, che nel 2018 concelebra assieme all’arcivescovo ambrosiano, mons. Mario Delpini, la Messa solenne annuale nel Duomo di Milano. La Messa è anche un modo per esprimere la riconoscenza e la fratellanza nei confronti della realtà diocesana locale, specialmente in una città nella quale una tradizione gerarchica molto forte e coesa porta il clero e buona parte del popolo a diffidare istintivamente di tutto quanto si sottrae al ferreo controllo del successore dei SS. Ambrogio e Carlo.
Ogni carisma esiste proprio per edificare la Chiesa, come ricorda lo stesso mons. Delpini: “È lo Spirito che spinge ogni barca al largo, delicatamente, là dove ogni rete può raccogliere la enorme insperata quantità di pesci, fin là dove ogni vita può ricevere la sorprendente, incontenibile gioia di Dio”. La Chiesa è una e “multiforme” affinché tutti siano interpellati da Cristo nella maniera che è più confacente alla singola anima. “Lo zelo per diffondere il Vangelo e seguire Gesù non è l’eroismo di coloro che hanno il carattere più determinato, l’inclinazione naturale all’audacia, non è una specie di incoscienza che spezza ogni legame e azzarda ogni rischio: il segreto della santità non è nello sforzo di persone eccezionali, ma nella docilità di ogni uomo, donna, bambino, anziano, di ogni persona colta o ignorante, di ogni ricco o povero”.
Se si sceglie Gesù, tutto è possibile. I Santi sono coloro che hanno saputo scegliere per Dio e diventare, con la loro umanità, guide per gli altri. “(…) oggi incontriamo il volto sorridente e la parola appassionata di San Josè María, la testimonianza di un prete che ha raccolto le Parole esigenti di Dio al suo popolo, che si è si è confrontato seriamente con la vocazione alla santità e ha trovato la via dell’insegnamento per orientare il cammino di molti che lo riconoscono come maestro”.
Tutti i carismi si devono radicare in un tempo e in un luogo per dare frutto, pertanto mons. Delpini consegna anche all’Opus Dei la sua preghiera per la Madonnina del Duomo e chiede intercessioni particolari in occasione del primo anniversario della sua nomina ad arcivescovo (7 luglio). Essere prelatura personale non esenta del tutto dalla potestà vescovile e dalla vita concreta del territorio diocesano che si abita, a cui si continua ad appartenere tramite il Battesimo.