Le vacanze sono ormai quasi per tutti alle spalle e ci si predispone a riprendere la propria routine. Anche le parrocchie riaprono i cancelli dei propri oratori, anticipando solo di poche settimane le scuole. L’oratorio ha (o dovrebbe avere) da sempre in comune con il mondo della scuola l’attenzione ai più giovani e formazione parallela degli adulti coinvolti nel processo educativo.
Sono due le proposte educative “forti” che caratterizzano le settimane di rientro. La prima è l’ormai tradizionale “Quattro Giorni catechisti”, che non si rivolge più solamente alla ristretta cerchia di coloro che si impegnano a trasmettere la dottrina cattolica ai ragazzi, ma cerca di coinvolgere l’intera “comunità educante” (preti, suore, diaconi, animatori, allenatori, baristi). L’obbiettivo, secondo l’Ufficio catechistico diocesano, è risvegliare in tutti il desiderio missionario che si legge in At 2,36-39, brano scritturistico nel quale Pietro afferma con coraggio la Signoria di Cristo e invita i presenti a farsi immediatamente battezzare per avere la vita eterna.
Come precisa il responsabile dell’Ufficio, Antonio Constabile, “La domanda che pongono gli uditori del discorso di Pietro che proclama Gesù come il Signore («Che cosa dobbiamo fare, fratelli?») guida lo sviluppo dei temi della Quattro Giorni 2018 delle Comunità educanti. (…) in questa Quattro Giorni mettiamo a fuoco la dimensione etica della vita cristiana, intesa come vita nuova nello Spirito per essere conformati in tutto e per tutto al Signore Gesù”. Da molto tempo si denuncia che persino tra coloro che si impegnano in parrocchia la fede personale e la conduzione concreta dell’esistenza quotidiana viaggiano spesso su binari paralleli e mai comunicanti.
Proprio perché il Cristianesimo non si limita a parlare solamente allo spirito, viene messo online un servizio, “OraMiformo”, pensato dalla Federazione Oratori Milanesi (FOM), che offre agli oratori materiale riguardante i peggiori pericoli che i ragazzi possono incontrare nella navigazione, dal cosiddetto “cyberbullismo” alla diffamazione vera e propria, passando per il “sexting”, che avviene quando si caricano immagini “osè” di se stessi, nell’illusione che siano visitabili solo dai conoscenti interessati.
Presso troppi oratori la perfezione organizzativa e pedagogica viene però esercitata per trasmettere contenuti sempre più poveri. Gli educatori ignorano molto spesso la stessa storia sacra dei luoghi in cui nacquero e ora operano. La memoria è consapevolezza della tradizione ecclesiale che alimenta i gesti di una comunità, motivo per cui mons. Mario Delpini decide di unificare in una sola celebrazione (17.30 del 30 agosto) il ricordo di due figure talvolta considerate antitetiche, il beato card. Alfredo Ildefonso Schuster (1929-54) e il card. Carlo Maria Martini (1980-2002), declinando così, in una versione molto locale, l’ermeneutica della continuità promossa da Benedetto XVI il 22 dicembre 2005.