di Michele Brambilla
Nel pomeriggio della III domenica di Quaresima, 61.000 dodicenni ambrosiani accolgono con gioia sul green di S. Siro mons. Mario Delpini, che presiede con tre mesi di anticipo il consueto incontro con i cresimandi tradizionalmente collocato il 2 giugno.
A margine dell’incontro allo stadio di Milano l’arcivescovo addita l’esempio silenzioso degli oratori cittadini: «la scommessa che stiamo affrontando è di avere luoghi nei quali la differenza di origine non impedisce di giocare assieme, che poi si trasforma nella capacità di imparare insieme a scuola e di pregare assieme» il Dio cristiano. Per combattere ulteriormente gli stereotipi, sia in un senso che nell’altro, avverte che «bisogna cancellare l’idea che uno deve essere “accolto” per inserire l’idea che dobbiamo camminare insieme e abbiamo, quindi, una responsabilità da esercitare» di fronte all’intera società.
Il cristiano ha gli stessi sensi degli altri uomini, tuttavia, come dice mons. Delpini ai cresimandi presenti nel Meazza, riesce a cogliere delle cose una profondità maggiore. L’arcivescovo comincia allora a ricordare che «le orecchie ci sono per ricevere i suoni, le parole», ma con le orecchie si riesce a sentire anche «la parola di Gesù che mi parla dal Vangelo». Con la vista «vedo il volto amico, vedo i fiori, vedo anche la spazzatura che inquina i cigli della strada», ma soprattutto «vedo la lampada che mi ricorda che è presente Gesù nel Tabernacolo, anche se non lo vedo di persona».
Il gusto è fatto per assaggiare ogni cosa. Riferendosi ancora una volta al SS. Sacramento mons. Delpini ricorda che con la lingua «[…] sento anche il sapore dell’Ostia consacrata». Il tatto, il senso più carnale, serve per prendere le cose che mi servono. Con le mani, però, «[…] tocco anche il Crocifisso e gli faccio una carezza, per dirGli che Gli voglio bene». L’olfatto umano coglie tutti i profumi, compreso quello dell’incenso che è bruciato per la lode di Dio.
«I sensi servono per ricevere i messaggi dell’ambiente in cui viviamo, ma noi non siamo fatti solo per ricevere. Lo Spirito di Dio, che viene in noi» con la Cresima, «ci rende capaci di cominciare a dare dopo aver tanto ricevuto. Ecco perché siamo vivi», per testimoniare in parole ed opere il Signore che ci dona la Sua grazia nei Sacramenti. Mons. Delpini suggerisce a tutti i ragazzi di scriversi su un foglio questa semplice frase: «chi posso far felice oggi?». Se saremo stati Cristo per gli altri durante la giornata dormiremo, la sera, cullati dagli angeli.