Intervistato nel Cimitero Monumentale al termine della commemorazione dei partigiani cattolici, mons. Delpini si dice certo che la cattedrale di Parigi risorgerà accompagnata da una rinascita culturale della Cristianità europea. Sono le medesime certezze del card. Angelo Scola.
+
di Michele Brambilla
Quando l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, viene raggiunto dai giornalisti nel Campo della Gloria del Cimitero Monumentale la mattina del 16 aprile intuisce immediatamente che le domande non verteranno sul gesto appena compiuto, ossia la commemorazione dei partigiani cattolici uccisi durante la Seconda guerra mondiale. La sera del 15 aprile, Lunedì Santo, un grave incendio ha infatti distrutto il tetto e parte delle volte della cattedrale di Notre Dame a Parigi, uno dei simboli più alti dell’Europa medievale cristiana.
«Notre Dame in fiamme ha tenuto tutti con il fiato sorpreso, non solo i cattolici», sottolinea l’intervistatrice. Mons. Delpini risponde affermativamente: «è un luogo dove il linguaggio che usiamo, la memoria che abbiamo, la civiltà di cui facciamo parte sono rappresentati, quindi è una sofferenza per tutti». Pasqua è festa di resurrezione. L’arcivescovo è certo che sarà così anche per Notre Dame, a patto però che si ricostituisca la Cristianità che ha dato origine a simili monumenti. «Ricostruzione vuol dire cominciare a ricostruire la civiltà che ha generato Notre Dame, perché evidentemente qualcosa da riparare c’è. Tuttavia proprio lì, in una chiesa è rappresentato il seme di una speranza che noi cristiani riteniamo invincibile […] perché è fondata su come dal male possa uscire il bene, dalla morte possa nascere la vita. E’ questo che celebriamo» nella Settimana Santa.
L’arcivescovo emerito di Milano, il card. Angelo Scola, è perfettamente concorde con mons. Delpini. «Da quanto ho potuto capire la solidità delle torri e del perimetro consentiranno nei prossimi decenni la ricostruzione, ma mi ha colpito molto anche il popolo: non solo i cristiani pregavano. La gente ha intuito che la perdita di un simbolo di questo livello è nello stesso tempo un invito a riflettere sulla fragilità e la fatica dell’Europa in questo momento storico, ma anche una provocazione a giocarsi per la rinascita. Rinascerà Notre Dame e rinascerà l’Europa» ad immagine di Notre Dame ricostruita. Il desiderio di una restaurazione sociale della Cristianità esiste «[…] perché ancora oggi ci sono donne e uomini che continuano ad attendere un Altro che venga loro incontro. È con tale attesa che il Cristianesimo deve entrare in dialogo. La speranza per l’Europa, e più in generale per il mondo contemporaneo, si gioca a questo livello».
Martedì, 23 aprile 2019