L’arcivescovo ripete l’invito alla società civile sia al convegno ICAR che a quello sulla giustizia minorile, organizzato nel carcere Beccaria. Un compito sempre più impari per il clero (solo 15 gli ordinandi 2019): è davvero l’ora dell’apostolato laicale!
di Michele Brambilla
«Sono qui a dire che Dio è alleato per coloro che si impegnano a sconfiggere il male e che la deriva dell’immaginazione umana di un Dio vendicativo è totalmente estranea alla mentalità cristiana», dice il 5 giugno l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, all’11° congresso nazionale ICAR (Italian Conference on Aids and Antiviral Research). E continua: «la benedizione è dire che Dio sta dalla parte di coloro che si prendono cura della bellezza della vita umana e di tutti quelli che sono nella necessità».
Poco più di dieci anni fa (17-23 marzo 2009) Papa Benedetto XVI subiva un violentissimo linciaggio mediatico per aver osato ricordare, durante un viaggio in Africa, che l’HIV si combatte soprattutto con l’educazione e non con il preservativo, tuttavia mons. Delpini ribadisce il medesimo concetto: «[…] la Chiesa si sente coinvolta nel promuovere un’alleanza che, proprio perché ha cura della persona, mette in atto non solo tutta la scienza possibile, ma tutte le attenzioni educative possibili».
E’ la medesima ricetta che propone il 6 giugno durante un altro convegno (intitolato significativamente: Pensare i giovani: dai bisogni ai progetti), tenuto nel teatro del carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano. Premette infatti l’arcivescovo: «il cristiano non pensa al futuro secondo i luoghi comuni o secondo l’aria che tira (l’ottimismo del progresso che si immagina che andrà sempre meglio; il pessimismo della decadenza che si immagina che oggi le cose vanno male, ma domani andranno senz’altro peggio)», non considera il destino della persona ineluttabile, ma guarda sempre al futuro come una «[…] terra promessa», o meglio «la terra promessa è la comunione con il Padre per opera di Spirito Santo: quindi si tratta di una relazione, di una alleanza che trasfigura il presente, il passato e il futuro», lo stesso peccato in cui l’individuo possa essere incorso.
L’impegno dell’arcidiocesi di Milano nel campo dell’educazione è notoriamente imponente, basti pensare agli oratori estivi, che iniziano le loro attività proprio mentre viene pubblicato questo articolo. Tale impegno non viene affidato solamente ai preti, ma alla comunità cristiana nella sua interezza. Non potrebbe essere diversamente: l’8 giugno mons. Delpini impone le mani sul capo di 15 sacerdoti novelli, una miseria rispetto alle necessità sacramentali del territorio ambrosiano. Il XXI secolo è davvero l’ora dell’apostolato laicale, un apostolato che deve essere rettamente formato e coerentemente sostenuto.