Continua anche d’estate la visita pastorale di mons. Mario Delpini nelle varie zone dell’arcidiocesi. Perché la nuova evangelizzazione parte dal basso.
di Michele Brambilla
Nonostante in questi giorni sia intasata di sagre e di turisti, o forse proprio per questo, il decanato della Valsassina (Zona III, Lecco) riceve il 10 agosto la visita pastorale dell’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini.
Il decano, don Lucio Galbiati, di per sé responsabile anche della comunità pastorale di Barzio, presenta il territorio in maniera molto sintetica. «Si compone di due Comunità pastorali, Maria Regina dei Monti e Madonna della Neve, e di due unità pastorali, Casargo-Margno e Pagnona-Premana». L’arcivescovo è atteso alle 17.30 a Pasturo, parrocchia afferente alla prima comunità pastorale citata, da dove poi mons. Delpini si porterà negli altri comuni della valle. Sono tutte parrocchie fiere della loro tradizione religiosa, impressa nella bellezza delle loro chiese, tuttavia un po’ difficoltose da raggiungere. «Le attività pastorali, soprattutto nella stagione invernale, si svolgono in modo approfondito nelle singole comunità o nelle unità pastorali, perché le condizioni meteorologiche rendono difficili gli spostamenti. C’è una bella fraternità tra sacerdoti, consacrati e consacrate. Pur essendo parrocchie di piccole dimensioni, quindi con una partecipazione numerica ai sacramenti proporzionalmente ridotta, i preti sono contenti delle loro comunità».
I problemi non mancano. «Viviamo in un contesto ancora permeabile alla tradizione religiosa. Tuttavia anche qui la frequenza ai sacramenti sta calando. Sono assenti soprattutto i quarantenni e, di conseguenza, i loro figli», benché “suppliti” d’estate dai tanti turisti. «Anche quelli che partecipano alla vita della comunità non di rado vivono una scissione tra la pratica e il pensiero di Cristo», riprendendo così anche un’espressione cara al lecchese card. Angelo Scola.
«La Valsassina ha notoriamente una vocazione turistica, ed è un elemento da non trascurare», osserva il decano. «Concretamente il primo impegno missionario ci pare quello di una rinnovata cura nella celebrazione dell’Eucaristia domenicale. Dobbiamo educarci – noi preti – al pensiero di Cristo per rendere le celebrazioni più coinvolgenti e comunicative della realtà di Gesù. La ricaduta sarà positiva sia per i residenti, sia per quanti vengono qui in vacanza». Fortunatamente «il sacramento della Riconciliazione è molto sentito: c’è richiesta di presenza continua in confessionale, principalmente da parte di chi viene da fuori, soprattutto nei mesi estivi. Sono in atto belle collaborazioni nella Pastorale giovanile. Ci sono poi varie esperienze di Pastorale familiare ed è attiva la commissione Caritas».
Cinquecento anni fa S. Carlo Borromeo avviò la Riforma cattolica facendo perno sul risveglio religioso delle parrocchie. La nuova evangelizzazione parte anch’essa dal basso, dalle membra, per giungere “in capite”, nei programmi pastorali “ufficiali”.
Lunedì, 12 agosto 2019