L’arcivescovo scrive alla diocesi per invitare il popolo ambrosiano a sostenere, anche economicamente, il Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore. Le certezze di mons. Delpini sono contemporaneamente anche degli auspici non solo per il Seminario, ma anche per gli oratori e per qualsiasi ambiente cattolico che voglia porsi come “realtà solida” all’interno della “società liquida” postmoderna.
di Michele Brambilla
Come vuole la tradizione, il mese di settembre a Milano è ricco di iniziative per dare sostegno spirituale ed economico al Seminario Arcivescovile, che benché sito tra le sperdute colline di Venegono Inferiore (VA) “sforna” i sacerdoti destinati ad alimentare la vita sacramentale di ogni comunità locale. La Giornata per il Seminario, che si terrà il 21 settembre, è preparata con dieci giorni di anticipo (11 settembre) dalla pubblicazione di una lettera dell’arcivescovo. Mons. Mario Delpini sprona tutto il popolo ambrosiano a guardare con affetto e preoccupazione ad una struttura fondamentale che viene spesso percepita come molto lontana dalla vita pastorale formicolante “a valle”.
La lettera inizia affermando: «conosco un ambiente in cui non è proibito porre le domande più importanti». Le domande davvero importanti sono «[…] sul senso della vita, su Gesù e il Padre, sulla gioia piena, sulla propria verità», che rischiano abitualmente di essere soffocate nel contesto della vita abituale. «In molti ambienti è», infatti, «proibito» porle «non dalle leggi, ma dalle distrazioni, dalla confusione, dal rumore, dal ridicolo che circonda chi pone le grandi domande, dai capricci che inducono a porre domande piccole e inducono a cercare piccole gratificazioni».
L’ambiente del Seminario è dall’arcivescovo sistematicamente contrapposto alla cultura postmoderna. «Conosco un ambiente in cui non è proibito cercare le risposte. Talora la gente del nostro tempo ritiene che le risposte siano già tutte date: dalla scienza, dalla tecnologia, dai sapientoni del momento», ed è proibito formulare obiezioni. «Talora la gente ritiene che le risposte non esistano e che sia meglio rassegnarsi a vivere nell’opacità piuttosto che nella luce».
Mons. Delpini rimane invece convinto «[…] che sia possibile cercare le risposte alle grandi domande nella Chiesa, dove è custodita la rivelazione di Gesù», pertanto insiste a ricordare che «il Seminario non è per tutti, ma è di tutti e può essere per tutti una scuola di metodo per cercare le risposte», pertanto vuole che rimanga aperto anche per mostre, ritiri e conferenze. «Il Seminario non è per tutti, ma è di tutti e suggerisce a tutti che solo la strada proposta da Gesù è quella che porta alla gioia piena. Invito tutte le comunità cristiane della Diocesi a celebrare la Giornata per il Seminario per esprimere l’apprezzamento, la preghiera, il sostegno al Seminario, che è di tutti. La Giornata sia occasione per annunciare a tutti, soprattutto ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani, che non è proibito porre le grandi domande, anzi le grandi domande aiutano a desiderare una vita che meriti di essere vissuta; non è proibito cercare le risposte, anzi si può trovare in Gesù e nella Chiesa il metodo per trovare le risposte e la consolazione di sperimentarne la verità».
L’arcivescovo pronuncia i suoi «conosco» con il tono della certezza, ma si tratta soprattutto di auspici non solo per il Seminario, ma anche per gli oratori e per qualsiasi ambiente cattolico che voglia porsi come “realtà solida” all’interno della “società liquida” postmoderna.
Lunedì, 16 settembre 2019