Mons. Mario Delpini si reca sull’isola del Mediterraneo con 84 sacerdoti nei primi 10 anni di Messa per vivere con loro un’esperienza ecumenica che sottolinea le radici comuni della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa, fondate entrambe sulla successione apostolica.
di Michele Brambilla
Lunedì 14 ottobre l’arcivescovo di Milano si imbarca con 84 sacerdoti “novelli” (tra i 10 e gli 11 anni di Messa) alla volta di Cipro per un pellegrinaggio, che dura fino a venerdì 18. L’intento, come spiega il vicario episcopale mons. Ivano Valagussa, è assecondare anche in questo modo il Mese missionario straordinario. Dice infatti: «La scelta si inserisce nell’Ottobre missionario straordinario voluto da papa Francesco. Ci è sembrato importante caratterizzare con un taglio missionario questo pellegrinaggio, rivolto ai sacerdoti dall’undicesimo anno di ordinazione in avanti (per i più giovani se ne organizzerà un altro). L’isola di Cipro è anche la prima tappa del primo viaggio missionario di Paolo e Barnaba», per secoli ritenuto erroneamente (a “smontare” scientificamente la leggenda di un approdo lombardo dell’apostolo sono stati i Padri Bollandisti di Parigi nel Seicento) all’origine della Chiesa milanese, iniziata in realtà nel III sec. con S. Anatalo, un vescovo comunque di origine orientale come ricorda il suo attuale successore, mons. Mario Delpini.
«Noi quindi», riprende mons. Valagussa, «ripercorriamo la strada nel segno della dimensione missionaria, a partire dagli Atti degli apostoli (At 13) in cui si legge che è la Chiesa di Antiochia a inviare Paolo e Barnaba». La basilica che custodisce la tomba di san Barnaba viene visitata il 16 ottobre. Altre tappe importanti Famagosta, luogo nel 1571 della celebre resistenza di Marcantonio Bragadin (1523-71) alle truppe dell’Impero ottomano, e l’incontro con l’arcivescovo greco-ortodosso di Cipro, Kristostomos II, di fronte al quale mons. Delpini afferma che «il rapporto che la Chiesa ortodossa ha su questa isola con la Chiesa maronita e con le altre Chiese cristiane è la testimonianza che il Cristianesimo è capace di riconciliare, di dare speranza e di creare la pace» persino in un contesto difficile come quello di Cipro, segnato nella parte settentrionale dell’isola da una perdurante occupazione militare da parte della Turchia, che nei territori sottoposti nuovamente alla sua giurisdizione dal 1974 conculca la libertà religiosa dei cristiani e ne distrugge il patrimonio monumentale.
Il nostro arcivescovo soggiunge: «dunque vogliamo esprimere la nostra gratitudine per il rapporto tra le nostre Chiese, e vogliamo rappresentarla anche con alcune reliquie dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso che abbiamo portato in dono» per Krisostomos II. E’ un modo per sottolineare la successione apostolica che accomuna cattolici e ortodossi e che costituisce una radice molto più profonda delle contese che hanno condotto allo scisma del 1054.