«Il dono che viene offerto da questa festa a tutti i fedeli della diocesi è la rivelazione o il pro-memoria della voce che li chiama» a scoprire e costruire il Regno di Dio anche attraverso la scuola.
di Michele Brambilla
Afferma mons. Mario Delpini nell’omelia per la solennità della Natività di Maria (8 settembre), patrona della nostra cattedrale: «il dono che viene offerto da questa festa a tutti i fedeli della diocesi è la rivelazione o il pro-memoria della voce che li chiama e che apre gli occhi per riconoscere che la vita è vocazione. Entrare nel Duomo durante la festa di Maria Nascente, ammirare da fuori il Duomo con tutti i suoi santi è un invito a cercare l’angolo che mi è riservato». E domanda: «su quale guglia, in quale angolo, in quale splendore, in quale nascondimento c’è il mio posto?».
Secondo l’arcivescovo, che visita il Liceo Manzoni a Milano mentre viene allestito secondo le misure di sicurezza predisposte dal Ministero dell’Istruzione, i giovani maturano la consapevolezza di quale sia la loro vocazione soprattutto sui banchi di scuola. Non è implicata solamente la materia preferita dallo studente: la scuola è una comunità, un ambiente, in cui l’uomo scopre se stesso e progetta il suo futuro. «Noi», inteso come Chiesa, «contiamo su di voi», insegnanti e studenti, «perché siamo convinti che la scuola non sia anzitutto una organizzazione burocratica», ma l’edificazione di rapporti che conducono alla co-scoperta del sapere.
Mons. Delpini richiama tutte le categorie della scuola: «contiamo su di voi, dirigenti che avete vissuto questa estate tribolata», all’inseguimento dell’ultima ordinanza ministeriale; «noi contiamo su di voi, docenti, che siete chiamati ad inventare una didattica inedita e a gestire dinamiche di gruppo con sapienza e prudenza, evitando allarmismi e angosce», perché quella dell’insegnante non è una professione come tutte le altre: genitori e ragazzi guardano ai loro professori come modelli di vita adulta, attendono da loro una buona semina. «Come ogni anno quello che importa sono i contenuti dell’insegnamento, la qualità dello stare assieme, l’attenzione al percorso degli studenti nella singolarità delle loro situazioni e personalità»: è l’ora del coraggio.
«La comunità cristiana», ripete ancora una volta l’arcivescovo, «vuole essere accanto ai docenti, senza invadenza, senza presunzione: noi partecipiamo di quell’immensa simpatia per tutti coloro che coltivano ciò che è bello, buono, sapiente, nobile, utile per il bene comune». Chiesa e scuola sono alleati nella comune sfida educativa, pertanto mons. Delpini invia alle parrocchie ambrosiane una preghiera speciale per l’inizio della scuola, da recitare in tutte le chiese il 13 settembre, vigilia del giorno in cui è ufficialmente previsto il rientro in classe della maggior parte degli alunni, proponendola ai fedeli anche per gli altri giorni dell’anno scolastico: «Padre nostro, che sei nei cieli, benedici tutti noi che siamo tuoi figli in Gesù benedici tutti i giorni dell’anno scolastico. Vogliamo vivere nella tua grazia: donaci fede, speranza, carità. Ogni giorno di questo anno scolastico, nelle speranze e difficoltà presenti, sia benedetto, sereno, ricco di bene per potenza di Spirito Santo».
L’arcivescovo chiede una grazia speciale per ogni giorno della settimana. Compone, poi, una seconda parafrasi del Padre nostro: «Padre nostro che sei nei cieli, sia benedetto ogni tempo, occasione per il bene, ogni incontro, vocazione a servire e ad amare, ogni ora di lezione, esercizio di intelligenza, volontà, memoria per percorsi di sapienza. Benedici tutti noi, benedici le nostre famiglie, benedici la nostra scuola. Amen».
Lunedì, 14 settembre 2020