Gli auguri dell’arcivescovo per un 2021 missionario
di Michele Brambilla
Il 12 gennaio il sito della Pastorale Giovanile diocesana pubblica una lettera di mons. Mario Delpini ai giovani che, l’ottobre scorso, gli hanno consegnato la “regola di vita” durante la veglia in Redditio Symboli. L’arcivescovo porge loro i suoi migliori auguri per l’incipiente 2021, nel quale molti di questi diciannovenni vivranno l’esame di maturità.
La regola di vita, scritta, come vuole la tradizione, durante gli Esercizi spirituali predicati nell’ex-Seminario di Seveso, rappresenta un po’ la “maturità pastorale” del giovane oratoriano milanese. Mons. Delpini chiede che «i giorni siano propizi perché si compia in te quello che Dio vuole: la tua salvezza, la tua gioia, il compimento delle promesse che sono iscritte nella tua persona, unica, preziosa».
La preghiera e il ringraziamento dell’arcivescovo si estendono a tutta la generazione che quei giovani cattolici rappresentano: «non riesco a risponderti personalmente, ma desidero rivolgere a te e ai tuoi coetanei l’incoraggiamento a ringraziare, a perseverare, a osare» una vita secondo il Vangelo. Molti di loro avranno attraversato, nel corso della pandemia, eventi dolorosi, ma avranno sperimentato anche l’assistenza dell’angelo custode: «certo ti ha rivelato che tu meriti stima, fiducia. Constato che sei incline a sottovalutarti, a mettere l’accento sui tuoi limiti, a “non piacerti”. Ma l’angelo di Dio ti ha fatto capire che hai ricevuto molti talenti, che anche i tuoi peccati sono stati o potranno essere perdonati, che i tuoi limiti e difetti, anche se non sembra, possono essere corretti e rimediati».
Mons. Delpini conferma che la vita ha un senso, è accompagnata dall’Alto, scaturisce dall’amore e all’amore fa ritorno: «ricordati della tua annunciazione per non pensare che vieni dal nulla e che tutta la tua vita è sulle tue spalle. In realtà vieni dall’amore che ti ha generato e che ti accompagna sempre». La Fede è un fuoco da alimentare con perseveranza, persino «il coraggio e la libertà di “prendere in mano la propria vita” e formulare una “Regola” significa l’arte di tenere vivo il fuoco che è stato acceso in te. Nella “Regola” che mi hai consegnato hai segnato propositi e passi da compiere per dare continuità alle intuizioni dell’annunciazione e farle diventare storia».
Addirittura «sei chiamato/chiamata a essere santo/a davanti a Dio nella carità», ovvero ad essere testimone di Cristo tra i coetanei. Allora «“prendi il largo”, dice Gesù ai pescatori dopo la notte fallimentare. È tempo di chiederti su quali mari potrai navigare per mettere a frutto i tuoi talenti, per dare un futuro al mondo amando la vita fino a dare vita a nuove creature, come padre e madre, per metterti a servizio della vocazione dell’umanità ad essere fraternità universale, per prenderti cura delle persone, della società e della casa comune». L’uomo, assieme a Dio, può davvero “osare” il bene, ma non è un mero sforzo volontaristico, perché il Signore ci ha donato una comunità in cui progredire nella Sua conoscenza, la Chiesa cattolica: «nella comunità cristiana, la santa Chiesa di Dio, potrai raccogliere l’invito a prendere il largo e l’aiuto per osare, con realismo e fiducia. Ama questa Chiesa e prega perché sia santa. E prega anche per me».
Lunedì, 18 gennaio 2021