La vocazione dei giovani? Secondo mons. Delpini, riempire il mondo di Cristo, come Maria
di Michele Brambilla
Il 5 maggio mons. Mario Delpini convoca di nuovo i giovani universitari di Milano nella parrocchia di S. Maria Segreta, quella presso la quale visse e operò il beato Carlo Acutis (1991-2005). Come sottolinea l’attuale parroco, don Maurizio Corbetta, è anche il luogo nel quale è conservata una pala del 1492 dipinta da Pietro Befulco (1471-1503), raffigurante l’Incoronazione della Vergine. L’opera, di origine napoletana, fu acquisita dalla chiesa di S. Maria Segreta nel Settecento. Del quadro incuriosisce soprattutto «la stupenda iconografia che avvolge, come in una conchiglia, la Vergine nella Trinità, con Gesù che la incorona con due mani quale madre e sposa», ad immagine della Chiesa stessa.
La veglia di preghiera ha come scopo principale quello di introdurre i giovani al mese di maggio, il mese mariano per eccellenza. L’arcidiocesi di Milano sente il bisogno, in questo particolare momento, di rivitalizzare la devozione alla Madonna nelle nuove generazioni perché, dice l’arcivescovo nell’omelia, «Maria è la giovane donna delle domande, dello stupore e dell’inquietudine: la ragazza che si domanda che senso abbia il saluto dell’angelo», ma è anche colei che dà immediatamente una risposta affermativa, affidandosi ancora una volta alla Provvidenza di Colui che l’ha scelta per portare nel mondo il Redentore: «il nostro tempo è smarrito non perché abbia domande, ma perché non sa a chi porle, di quali risposte fidarsi; è triste, non perché sia inquieto, ma perché non desidera abbastanza e non si crede autorizzato a desiderare di più e ancora. Maria è piena di grazia perché il suo modo di domandarsi il senso delle cose è un dialogo, invece che un ripiegamento su di sé; è l’offerta dell’amore, invece che un’esitazione ad amare».
Ci vuole quindi, una gioventù capace di andare oltre i giudizi superficiali e lietamente feconda come la Madonna: «Maria, la giovane mamma dell’inquietudine, dice “Eccomi” perché riconosce l’invito ad andare oltre e a lasciarsi illuminare da Dio». Citando Dante Alighieri (1265-1321), del quale quest’anno si commemorano i 700 dalla morte, l’arcivescovo formula questa preghiera: «umile e alta più che creatura, termine fisso di eterno consiglio, Maria aiutaci a fare di questo percorso nell’inquietudine l’affacciarsi al mistero di Gesù», perché «non bastano le parole, serve un Cantico, una danza perché lo stupore per la grandezza dell’opera di Dio è una gioia travolgente. Non basta un Cantico, ci vorrebbe un ardere che si immerge nell’abbraccio dell’inesauribile splendore». La Vergine è, pertanto, degna di onore, ma anche di imitazione: «Maria, invasa dallo stupore, trasfigurata dalla Grazia, dice “Eccomi”, non nell’estasi di un rapimento, non nell’entusiasmo di un’emozione travolgente, ma nella libertà di una consegna, come frutto dello stupore; contempla la sua vita, forse ritenuta insignificante, e riconosce che è abitata dal mistero di Dio».
E’ un po’ l’immagine che vuole veicolare il tema dell’oratorio estivo 2021, «Hurrà – Giocheranno sulle sue piazze»: pur con tutte le precauzioni del caso (la campagna vaccinale, però, corre e presto potrebbero essere vaccinati gli stessi adolescenti), ci si avvicinerà progressivamente alla normalità, ma soprattutto si vorrà trasmettere l’immagine biblica, molto poetica, di un popolo riunito nella gioia, che celebra il suo ritorno alla vita e la bellezza della vita stessa.
Lunedì, 10 maggio 2021