La filosofia del sospetto ha indotto gli uomini a pensare che Dio sia contrario all’aspirazioni dell’uomo: niente di più distante da Gesù Cristo!
di Michele Brambilla
L’8 giugno, ultimo giorno di scuola di questo travagliato a.s. 2020/21, mons. Mario Delpini presiede in Duomo, davanti a funzionari del Provveditorato agli studi, presidi, docenti e ragazzi, la tradizionale Messa di ringraziamento. Come dice don Fabio Landi, responsabile della pastorale scolastica (don Giambattista Rota si occupa specificamente dell’IRC), nell’indirizzo di saluto iniziale, «tutti siamo arrivati alla fine di questo anno scolastico, forse, meno spaventati, sprovveduti, disorientati rispetto allo scorso giugno, ma ben più affaticati. La fatica non è soltanto connessa al lavoro, che pur è stato per tutti impegnativo, ma è legata al fatto che in molte situazioni abbiano dovuto affrontare i nostri compiti da soli. Mai ci è stato cosi tanto chiaro quanto sia importante condividere, incontrarsi e dialogare. Questo è importante per svolgere qualsiasi lavoro, ma è essenziale per educare, è la benedizione e il conforto senza il quale le cose perdono gusto e, alla lunga, sembrano solo estenuanti».
Si spera che l’a.s. 2021/22 sia integralmente in presenza grazie alle vaccinazioni, giunte ai ragazzini delle scuole medie. Nel frattempo, dice l’arcivescovo nell’omelia, bisogna constatare che «il pregiudizio diffuso tra gli uomini fin dall’inizio dei tempi è un sospetto su Dio. I figli di Adamo si sono convinti che Dio è un enigma, non si sa che cosa voglia, bisogna stare attenti perché se fai una cosa o dici una parola o manchi di fare qualche cosa forse si arrabbia e ti manda qualche disgrazia». L’idea che Dio sia “contro” l’uomo parte da Adamo per arrivare ai “filosofi del sospetto” dei secoli XIX-XX e anche durante nella pandemia qualcuno ha osato intravvedere una “giustizia retributiva”, «invece i discepoli di Gesù hanno pensato: noi di Dio non sappiamo niente, ma Gesù ci ha rivelato Dio e ascoltando Gesù possiamo capire che cosa Dio vuole». E «il Vangelo che è stato proclamato rivela che cosa vuole Gesù, rivelazione di Dio. Gesù dice: lo voglio! Guarisci!». Come dice il Credo, «per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo»
Proseguendo lungo il parallelismo tra il lebbroso evangelico e la società italiana piagata dal Covid-19, mons. Delpini proclama: «se ti vedi tutto coperto di lebbra e non ti piaci, se i tuoi difetti ti sembrano una condanna, se i tuoi fallimenti ti sembrano una irrimediabile rovina, se i tuoi peccati ti sembrano macchie incancellabili, Gesù ti dice: lo voglio, guarisci! Non stare a piangerti addosso, non restare vittima dei tuoi complessi, guardati come ti guardo io: io ti guardo come un amico da invitare, come un figlio di cui il Padre ha stima e molti dalla tua guarigione e dalla tua gioia riceveranno un messaggio di speranza».
La pensano così anche i 10 preti novelli (a cui vanno aggiunti 4 missionari del PIME) che verranno ordinati pochi giorni dopo (12 giugno). Come scrive il rettore, don Enrico Castagna, «ciò che apprezzo di questo gruppo è la fraternità spontanea che si respira tra loro, la capacità di accogliersi e richiamarsi a vicenda»: provati, come tutti gli altri, dalla pandemia che ci condiziona da oltre un anno, non hanno perso di vista la vera Speranza, Gesù Cristo, a cui si apprestano a consacrare tutta l’esistenza. Molto interessante un dato statistico: osservando la provenienza degli ordinandi diocesani, 5 su 10 provengono da Milano città. Evidenzia il peso che l’ambiente cittadino sta cominciando ad assumere in termini di vocazioni al sacerdozio.
Lunrdì, 14 giugno 2021