Inizia la Settimana dell’educazione, che culmina nella festa di san Giovanni Bosco
di Michele Brambilla
Nella mattinata del 21 gennaio è presentata presso la Curia una “cordata” di associazioni/enti pubblici, comprendente in primis la Fondazione Oratori Milanesi e il Servizio per la pastorale scolastica dell’arcidiocesi milanese, che intende affrontare in prima persona l’emergenza educativa e spirituale più volte denunciata dall’arcivescovo. A fare gli onori di casa il vicario generale dell’arcidiocesi, mons. Franco Agnesi.
Il “manifesto” che viene illustrato elenca i seguenti punti: fiducia, accoglienza, corresponsabilità, cura, reciprocità, comunità. Con essi «la Diocesi di Milano invita ciascuno a uno sguardo di fiducia nuovo e permanente sui giovani, da tradurre in idee, azioni e tempo a loro dedicati per ripartire insieme dopo l’emergenza sanitaria». L’emergenza educativa e la crisi dei valori esistevano prima della pandemia, dato che sono il frutto di un processo plurisecolare, ma il Covid-19, disarticolando ulteriormente la vita sociale delle persone, le ha acuite. La Chiesa, da sempre in campo con i propri oratori e le scuole cattoliche, è quasi l’unica a tenere desta l’attenzione sul malessere che cova da tempo nell’animo dei giovani.
Mons. Agnesi afferma in proposito che «la cordata risponde in modo coraggioso a un appello a lavorare insieme per la vita piena dei giovani, un appello lanciato spesso dal nostro Arcivescovo. Mi vengono in mente tre “A” per identificare i componenti di questa cordata: Adulti che si mettono a servizio dei giovani, dicono ai giovani: “Dalle difficoltà che attraversi ci sono passato anch’io”; Alleati, perché tante volte durante la pandemia abbiamo detto che occorre lavorare insieme, e farlo davvero è un messaggio che dice qualcosa anche ai giovani; infine, Adatti alla vita, per poter dire ai ragazzi che, come ci ha ricordato monsignor Delpini nel Discorso di sant’Ambrogio, “la vita è una vocazione, non un enigma incomprensibile, il futuro è promessa e responsabilità, non una minaccia”».
Inizia così la tradizionale Settimana per l’educazione, celebrata a livello diocesano con eventi e convegni in molte parrocchie. Poiché si è in una fase di ristrutturazione della pastorale giovanile e di riflessione sulla fascia 11-20 anni, l’inizio della Settimana è significativamente anticipato al 21 gennaio, festa di sant’Agnese, martirizzata nel 305 a 12 anni, per concludersi come al solito il 31, ricorrenza di san Giovanni Bosco, patrono della gioventù. Per il 21 si suggerisce l’allestimento di momenti dedicati appositamente alle ragazze, con le quali si può parlare della visione della donna nella dottrina cattolica. Una visione spesso calunniata dai mass media, ma portatrice di un’ottica senza dubbio più sfaccettata degli stereotipi femministi, che rincorrono anch’essi una logica di potere e prevaricazione che si ripercuote sugli altri e, soprattutto, sulla vita nascente. La FOM non teme di ricordare, nella lettera di presentazione, che «femmina in ebraico si dice neqeba, cioè cavità, ricettacolo, spazio interiore. La donna, per sua natura, diventa spazio di accoglienza e di dono, generatrice di vita e di bellezza. Alla donna è stato dato il potere di risvegliare il desiderio di bene e di bello in tutte le persone che incontra il potere di fare più bello il mondo». La Chiesa testimonia che «ciascuna ragazza, nel suo quotidiano, nel luogo in cui vive, sui social che naviga, può essere generatrice di bellezza» se, come fece sant’Agnese, accoglierà nel suo cuore il Signore della vita.
Lunedì, 24 gennaio 2022