Gli Apostoli e gli apostoli del terzo millennio poterono e possono agire perché «Io sono con voi» (Mt 28,20)
di Michele Brambilla
Sono 22 gli ordinandi diocesani che, la mattina dell’11 giugno, si inginocchiano in Duomo, davanti a mons. Mario Delpini, per ricevere l’ordinazione sacerdotale. Assieme a loro un barnabita e un prete della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, entrambi nativi di Monza. La classe 2022 ha come particolarità quella di presentare ben due candidati della stessa parrocchia, S. Gioachimo in Milano, la stessa che il nostro militante Enzo Peserico frequentava quando era vivo e dove si sono svolti i suoi funerali. Un altro sacerdote novello, don Francesco Alberti, si è molto avvicinato ad Alleanza Cattolica e ha servito Messa, da diacono, a don Giovanni Poggiali, dell’Opus Mariae Matris Ecclesiae, durante la festa natalizia dell’associazione a Milano.
Ventidue è un numero importante di questi tempi, ma è comunque inferiore alle attese e alle necessità dell’arcidiocesi. Mons. Delpini, nell’omelia, dà simbolicamente la parola agli Apostoli: «Signore, avranno obiettato i discepoli, siamo soltanto in undici, siamo un numero incompleto, ferito, sproporzionato. Il mondo è immenso, il campo di lavoro è sconfinato, i bisogni sono incalcolabili», come al giorno d’oggi. «Signore, avranno obiettato i discepoli, siamo pieni di dubbi, siamo credenti mediocri», come tanti uomini del XXI secolo, eppure Gesù replica: «andate! Non perché siete perfetti, io vi mando. Non perché avete già imparato tutto. Non perché siete solidi come rocce, ineccepibili come angeli, dotati di ogni sapienza come sarebbe desiderabili. Non perché siete santi, io vi mando, ma perché», ed è fondamentale, «possiate diventarlo. Non perché avete imparato tutto, ma perché siete disponibili a imparare. La vostra fede diventerà solida e perfetta perché imparerete da quelli che farete discepoli. La vostra testimonianza diventerà luminosa e persuasiva perché vi edificheranno i piccoli del Regno che abitano su tutta la terra. Io sono con voi, io vi precedo in ogni cuore e in ogni paese».
Il discepolo è quindi sempre preceduto dai semina Verbi, da una Presenza che si fa determinante e supplisce alle carenze della povertà umana. «Andate! Prendete il pane, spezzatelo, offrite a tutti il pane della vita, la mia vita. Fate questo in memoria di me. Prendete il calice, rendete grazie, celebrate nel mio sangue la nuova alleanza: fate questo in memoria di me. Non avete altro da fare che fare memoria di me», soprattutto «essere memoria di me», perché Colui che agisce tramite il testimone, che deve essere trasparente, è sempre e soltanto il Signore. Certo, il discepolo è un uomo, incostante e fallace come qualsiasi suo contemporaneo, ma è investito di forza dall’Alto, si ricorda sempre che «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), come recita anche il motto scelto dagli ordinandi. La missione si compie in comunione con Gesù e con i fratelli nello Spirito Santo.
Mons. Delpini paragona la cultura dominante al faraone con il quale si scontrò Mosè (ed è un paragone molto forte), ma in questi difficili anni abbiamo potuto toccare di nuovo con mano che «a me è stato dato ogni potere. Ogni essere vivente è come l’erba e l’abisso spaventoso della morte inghiotte ogni presunzione. Ma ecco, io ho vinto la morte. “Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1Gv 5,4)». Allora i preti novelli «sono qui anche per diventare di fronte a tutti la risposta convincente per chi esita a incamminarsi sulle strade della missione», perché si faccia coraggio, a qualunque ceto, condizione o stato sociale appartenga, e inizi anche lui a lavorare nella vigna dalla quale il Padre si attende una messe copiosa.
Lunedì, 13 giugno 2022