L’arcivescovo dà la sua fiducia al governo uscito dalle urne e, con il Festival della Missione, ricorda ai milanesi che la nuova evangelizzazione riguarda anzitutto la nostra Italia
di Michele Brambilla
Commentando i risultati delle elezioni politiche del 25 settembre in un’intervista, mons. Mario Delpini parla anzitutto dell’astensione, ma a proposito di Giorgia Meloni dice che «io sono abituato ad avere fiducia nelle persone, non sono quindi pronto a squalificare questi o quelli» per partito preso. Soprattutto, non esita a considerare una «missione» quella che attende il centrodestra nazionale. Ricostruire un Paese fiaccato dalla pandemia e spaventato dalla guerra in Europa è, infatti, una vera missione in senso ecclesiale.
Anche per questo Milano ospita dal 29 settembre al 2 ottobre il Festival della Missione, con un messaggio del card. Pietro Parolin a nome di Papa Francesco: «in questo cambiamento d’epoca, è importante mostrare il tratto missionario della fede e della Chiesa per annunciare anche all’uomo d’oggi che Dio è sempre con noi e ci ama». Il card. Parolin ci tiene a far sapere che «Sua Santità incoraggia tutti, specialmente i giovani, a fissare lo sguardo ai vasti orizzonti esistenziali per recare l’annuncio liberante del Vangelo laddove l’uomo è affaticato, deluso e smarrito».
Parole che sembrano riecheggiare in Duomo la mattina del 1 ottobre, quando si conferisce il diaconato agli ordinandi 2023. «Se ascoltate il mondo, forse percepite un sospiro, una specie gemito, l’espressione di una spossatezza» esistenziale, osserva mons. Delpini nell’omelia. Nel mondo contemporaneo si sopravvive, oppressi dal grigiore. Anche la gente “seria” sembra dire: «non mi tiro indietro, faccio tutto quello che posso, ma spero che i miei figli non siano costretti alla mia stessa vita». Fino a giungere ai toni di esasperazione ogni volta che giunge notizia di una disgrazia o di una guerra.
Eppure, proprio come 2000 anni fa, «compaiono gli angeli, la moltitudine dell’esercito celeste, che loda Dio e dice: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini che Egli ama”», versetto di Luca scelto dai candidati al sacerdozio come proprio motto. Si riconosce il Vangelo del giorno di Natale, e oggi, come 2000 anni fa, l’annuncio degli angeli ai pastori sorprende fino allo sconcerto, perché la salvezza è promessa in un Bambino. «Le vie che Dio percorre per portare soccorso e salvezza» sembrano insufficienti agli occhi dei sapienti di ogni epoca. Ma il Bambino dice di Sé «non ha gradito olocausti né sacrifici per i peccati, allora Io vengo, o Dio, per fare la tua volontà». Non porta soluzioni “facili”, ma è Egli stesso la soluzione nella maniera più radicale, perché capovolge in un colpo solo la logica e il disfattismo del mondo dando per primo esempio di docilità al piano divino.
La sapienza di questo mondo trasecola davanti ad un Bambino che non debella il male con un atto di imperio, ma si lascia “attraversare” da esso sulla croce, in un modo che, per gli astanti, non sembrava presagire il trionfo del terzo giorno. Invece «noi ci stringiamo attorno a questi nostri fratelli perché riconosciamo che, ecco, camminano sulla terra», ma seguendo quel particolare Signore si fanno «messaggeri di pace», la pace di Colui che ne è Principe.
Al futuro sacerdote, al laico cattolico, non è richiesta l’appariscenza, o la conquista necessaria del potere, «si riconoscono per l’obbedienza, non annunciano se stessi o loro qualche originale ricetta per risolvere i problemi del mondo», come accaduto spesso in altri tempi (si pensi agli anni ’60), ma il messaggio del Bambino. L’arcivescovo insiste molto su questo punto, dato che molti confondono ancora la missionarietà con l’essere “originali”, per far parlare di sé, magari sui social. I novelli diaconi «devono infatti annunciare il Bambino», unico Salvatore del genere umano e fonte della vera gioia. Una gioia che non è un estraniarsi dal dramma della nostra epoca, ma «è una gioia discreta, che dal profondo abisso della tribolazione del mondo continua a riconoscere il germogliare della speranza».
Lunedì, 3 ottobre 2022