Benedetto XVI è ricordato dall’arcidiocesi di Milano non solo per i momenti lieti che l’hanno riguardata, in particolare l’Incontro mondiale delle famiglie nel 2012, ma anche nell’interezza del suo magistero
di Michele Brambilla
Nei giorni del lutto per Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre e sepolto solennemente il 5 gennaio, l’arcidiocesi di Milano, visitata dal defunto nel giugno 2012 in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie, pubblica sul suo sito diversi interventi, che hanno il pregio di mettere in luce il magistero di Papa Ratzinger nella sua interezza e, soprattutto, nel suo spessore teologico.
Il primo ad intervenire è mons. Mario Delpini stesso dal Camerun. L’arcivescovo detta e filma un comunicato, nel quale «mi faccio voce di tutta la Diocesi di Milano per esprimere un tributo di riconoscenza nei confronti di Benedetto XVI» non solo per i meriti oggettivi nei confronti della Lombardia, ma soprattutto perché «la Chiesa tutta deve essere molto riconoscente a un uomo che ha testimoniato una coerenza esemplare con la propria coscienza, una coerenza che lo ha reso limpido e fermo nelle scelte, disponibile anche all’inedito per testimoniare la sua fedeltà e responsabilità».
Mons. Delpini conobbe il pensiero di Joseph Ratzinger in Seminario, leggendo con passione Introduzione al cristianesimo, libro più volte evocato in questi giorni come il vero capolavoro teologico del Papa bavarese, trovandolo «rigoroso nei pensieri, straordinariamente preciso, chiaro e incisivo nella predicazione e nella stesura dei documenti».
Anche il card. Angelo Scola ci tiene a far conoscere il proprio pensiero su Benedetto XVI, a cui è legato da antichissima amicizia. Scola fu, infatti, tra i primi teologi italiani a scrivere su Communio, il foglio che nel 1971 l’allora mons. Ratzinger ideò per arginare quella che chiamerà «ermeneutica della rottura» in merito al Concilio Vaticano II. L’arcivescovo emerito ritiene che «il ritorno al Padre di Joseph Ratzinger – Papa Benedetto XVI è un fatto che chiede a tutti noi, soprattutto ai cattolici, una particolare riflessione», perché «sono sicuro che l’apporto dato da Ratzinger-Benedetto XVI alla Chiesa contemporanea, nella sua continuità con san Giovanni Paolo II e nell’apertura di orizzonte entro cui si muove papa Francesco, è stato non solo decisivo, ma richiede ulteriore approfondimento in questo tempo di travaglio per la Chiesa tutta», offrendo parametri insostituibili per interpretare la realtà contemporanea e rispondervi con un pensiero adeguatamente strutturato.
Tutte le comunità diocesane sono invitate fin dal 31 dicembre a celebrare Messe di suffragio e ad inserire apposite intenzioni nella preghiera dei fedeli «perché il Signore accolga nella pace dei giusti Benedetto XVI, gli dia il premio riservato al Pastore buono che ha servito la Chiesa con la passione per la verità annunciata con chiarezza, con stile mite e con cuore generoso».
Molti pellegrini ambrosiani scendono a Roma per la camera ardente e per i funerali in piazza S. Pietro, concelebrati da 130 cardinali, 400 vescovi e 3700 sacerdoti. Tanti parroci ambrosiani sottolineano l’inizio dei funerali romani suonando a morto le campane del proprio paese, altri espongono in chiesa l’immagine di Benedetto XVI nei modi tradizionali. All’inizio del pontificale dell’Epifania mons. Delpini si scusa perché, «essendo in viaggio di ritorno dalla mia visita ai nostri missionari Fidei donum in Camerun, non ho potuto partecipare ai funerali», a differenza del card. Scola, «ma desidero in questa celebrazione ricordare Benedetto con particolare intensità con tanto affetto, gratitudine, comunione di preghiera».
Lunedì, 9 gennaio 2023