Il cordoglio dell’arcivescovo per l’incendio nell’RSA “Casa dei coniugi” di Corvetto
di Michele Brambilla
Mons. Mario Delpini è costretto ad interrompere il viaggio a Cuba dall’incendio che, il 7 luglio, si sviluppa all’interno della RSA “Casa dei coniugi” del quartiere Corvetto a Milano, costato la vita a 6 anziani ricoverati. Mons. Delpini è stato più volte in quella casa di riposo e decide di presiedere personalmente il S. Rosario di suffragio nella chiesa parrocchiale di S. Michele arcangelo e S. Rita da Cascia, poco distante dal ricovero. Accanto a sé il parroco, don Roberto Villa, ma anche padre Stefano Zanolini, abate di Chiaravalle (i cistercensi andavano spesso a celebrare alla Casa dei coniugi), le suore del Nocetum e la Comunità di S. Egidio.
«Recitiamo due Misteri del dolore, ma anche tre della Gloria che indicano la speranza che è speranza di vita», spiega il parroco all’inizio della celebrazione. L’arcivescovo prova ad immaginare, in maniera molto espressiva, «la notte, gli incubi. La notte del fumo, del fuoco, del terrore. Al pensarci siamo invasi dall’angoscia: fratelli e sorelle intrappolati nella casa dove si stava bene, si cantava, si faceva festa e si pregava Dio per i vivi e per i morti. E poi quella notte, la tremenda notte».
La tragedia illumina le condizioni di molte case di riposo gestite da cooperative convenzionate con il Comune di Milano e sono già state avviate le opportune inchieste giudiziarie, mentre i funerali sono rimandati al termine delle autopsie. «Il vescovo può portare solo la preghiera per i morti, per i familiari, per coloro che sono coinvolti in questa tragedia», ed è forse la vicinanza decisiva, quella che non si perde nelle parole, ma si muove già sul piano della misericordia spirituale.
«Certamente questa tragedia mette sotto gli occhi tutti l’evidenza delle persone fragili e chi conosce Milano sa quanta povertà esiste» al di là degli opulenti (e “progressisti”) quartieri del centro. «La tragedia che è sempre un insulto alle capacità organizzative, all’ottimismo di facciata, forse, richiama l’attenzione dei distratti, ma le persone che abitano qui e vivono in città si fanno carico di tali fragilità. Penso che le Istituzioni debbano interessarsi di questo», osserva mons. Delpini nell’unico accenno di polemica che egli stesso si permette.
L’arcivescovo ringrazia tutti coloro che si sono adoperati per mettere in salvo gli anziani ospiti mentre infuriavano le fiamme, cercando di consolare quelli che si rimproverano di non aver potuto fare di più. «Quando l’abbraccio dei fratelli non arriva in tempo, ecco l’abbraccio di Dio: sembra una morte ed è un incontro» con il Signore risorto. «Ecco, voi che siete morti, chiedete a Dio una consolazione per i vostri cari, i vostri familiari, che restano sgomenti per questa tragedia» avendo affidato i loro parenti ad una struttura che ritenevano sicura. Il culmine del lirismo si tocca laddove li esorta a fare «una carezza a chi non può più accarezzare il vostro volto, né stringere la vostra mano».
Spesso, in una società che insegue altri parametri, ci si dimentica degli anziani, richiamo vivente alla nostra fragilità umana. In occasione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani (23 luglio) Papa Francesco concede l’indulgenza plenaria, lucrabile ovviamente anche nelle RSA e nelle chiese dell’arcidiocesi di Milano.
Lunedì, 17 luglio 2023