L’azione più green, dice l’arcivescovo, è fare figli ed educarli bene
di Michele Brambilla
Anche mons. Mario Delpini si reca a Lisbona per seguire l’ampia delegazione ambrosiana e per presiedere in prima persona qualche incontro delle catechesi rivolte ai giovani nei giorni in cui si attende l’arrivo del Papa. Il 2 agosto è nella parrocchia di S. Michele a Queijas, dove celebra la Messa.
Nell’omelia chiede «perché sei partito? Per la compagnia? Per la noia? Per curiosità?». Qualunque sia la risposta, «qualche angelo ha visitato casa mia e casa tua: forse il Papa, forse l’invito del prete, dell’educatore/educatrice, forse l’incoraggiamento di un amico, di una amica, forse … Gli angeli non hanno più la forma di una volta, ma sempre hanno una annunciazione che convince a partire» per la missione, riguardo alla quale troppo spesso «l’impressione che si sia scaricato sulle spalle della generazione giovane un peso insostenibile, come fosse l’incarico di aggiustare il mondo che gli adulti hanno rovinato genera forse solo paralisi e rabbia, induce a ridurre l’impegno per l’ecologia integrale a slogan da gridare e a manifestazioni di piazza a cui è obbligatorio partecipare» per essere considerati “progressisti”.
L’ecologia integrale, per essere davvero tale secondo il Magistero della Chiesa, comprende però l’uomo, non lo considera solo il “contaminatore” dell’universo, ma anche e soprattutto la risorsa per edificare un mondo migliore, perché «in realtà quello che è stato consegnato è un compito proporzionato alle risorse e alle forze di una generazione fatta di ragazzi e ragazze di buona volontà che rispondono alla loro vocazione», religiosa o laicale che sia.
Molte volte l’ecologismo contemporaneo è caratterizzato da un profondo odio per l’uomo, fino ad auspicarne l’estinzione volontaria. Questo lo si vede molto bene nell’attitudine degli ecologisti fanatici nei confronti dell’idea di avere dei figli: coloro che soffrono di “eco-ansia” hanno il terrore di consegnare dei bambini alla “eco-catastrofe” che immaginano. In realtà, l’unica cosa sicura è che Dio non si stanca mai di volerci salvare tramite il suo Figlio Gesù. Se c’è Cristo accanto a noi, non ci sono difficoltà insormontabili e si può sempre avere fiducia nel futuro, pertanto, rovesciando completamente il pensiero neo-malthusiano di tanta ecologia contemporanea, l’arcivescovo arriva a dire che «l’ecologia integrale trova un simbolo suggestivo e una sintesi impegnativa ma sostenibile, infatti, nella vocazione a diventare mamme e papà che creano le condizioni perché possano crescere i bambini, i bambini propri e i bambini degli altri, futuro del mondo».
Il mondo non si salva, quindi, senza bambini, casomai facendoli nascere ed educandoli bene. «Mentre molti pensano alla bellezza dell’ecologia in modo anti-antropologico, noi non possiamo pensare che l’uomo sia un nemico, anche se può comportarsi male. Tutto è stato fatto per l’uomo», come insegna la Genesi, e questo non è alimentare un atteggiamento “predatorio” nei confronti della natura. Chi chiama il mondo “creato”, riconoscendo la sua dipendenza da un unico Padre che ci chiama ad essere tutti fratelli, non può di certo essere accomunato ad «una mentalità egocentrica» di cui vediamo ogni giorno i risultati. L’Europa è piena di esempi (architettonici e non solo) di cosa il Cristianesimo sia capace di realizzare per l’autentica conservazione della natura e per la contemporanea promozione della vita dell’uomo.
Lunedì, 7 agosto 2023