Gesù rovescia completamente le logiche vendicative umane. Ecco perché solo i cattolici parlano di pace e tengono vivo il dialogo tra le parti in un tempo di guerra
di Michele Brambilla
Il mondo è dilaniato da varie guerre, ma emerge sempre più come solo i cristiani stiano mettendo in campo degli sforzi per riportare la pace. Mons. Mario Delpini affida ai sacerdoti un messaggio particolare da recapitare a quelle famiglie visitate durante le benedizioni natalizie che non credono in Cristo. Un messaggio che inizia dicendo esplicitamente che «in questo tempo che vede noi cristiani impegnati a prepararci alla festa di Natale, celebrazione del dono a cui è giunto Dio per amore delle sue creature, ho chiesto ai miei fedeli di intensificare la preghiera di intercessione per la pace», e non può che essere così proprio per la motivazione religiosa sopra indicata.
Come il Signore non è rimasto sul piano teorico, «ho chiesto» a tutti i fedeli cattolici «che, proprio perché figli amati da Dio, operino e preghino ogni giorno per la pace. Perché non possono tacere né sottrarsi ad annunciare la Parola di Dio che condanna il gesto fratricida delle guerre».
Rivolgendosi ai non cristiani, «mi permetto allora di estendere questo invito anche a voi, perché di fronte al male che ci divide e ci schiera gli uni contro gli altri, facendoci più soli e incapaci di vedere le ferite e le lacrime nostre e altrui, si elevi la voce degli uomini e delle donne che si uniscono nel chiedere a Dio quanto non sappiamo costruire con i nostri sforzi».
La pace è una questione di fede: se non si crede in un dio pacifico come quello cristiano, ma si sacralizza, per esempio, la vendetta, ogni sforzo dei pacificatori è vano. Per questo l’arcivescovo prega: «Dio della pace, non ti può comprendere chi semina la discordia; non ti può accogliere chi ama la violenza. Dona a chi edifica la pace di perseverare nel suo proposito, e a chi la ostacola di essere sanato dell’odio che lo tormenta, perché tutti si ritrovino in Te, che sei la vera pace».
Le parole sono altrettanto accorate nell’omelia della Messa celebrata da mons. Delpini presso la Clinica Mangiagalli, la cui cappella è dedicata ai SS. Innocenti. «Le notizie ci rendono presente il male della guerra, dell’accanirsi della violenza: i cattivi sono troppo cattivi, fanno troppo male, gli stupidi sono troppo stupidi, le opere insensate troppo insensate, le risorse sperperate», denuncia l’arcivescovo. Di fronte al male «alcuni reagiscono all’eccesso con l’eccesso. Alcuni circondandosi di indifferenza». Quanto ad eccessi, «la celebrazione del martirio dei Santi Innocenti è una festa paradossale e dice che l’eccesso del male è entrato nelle pagine del Vangelo», segnandole indelebilmente con l’orrore dei neonati massacrati da Erode nel tentativo di eliminare subito Gesù.
La novità cristiana sta nel fatto che «Gesù ha abitato l’eccesso, ma, di fronte alla esagerazione del male, ha esagerato nell’amore», donando se stesso in riscatto dell’umanità ferita dal peccato. E questo è stato il più grande ribaltamento che la logica vendicativa umana abbia mai subito. La Chiesa è l’unica che, anche in questi frangenti difficili, tenta, seguendo l’esempio del suo Signore, una mediazione tra le parti.
Da Betlemme continua ad irradiarsi, quindi, la speranza cristiana. Ecco perché da Betlemme, nonostante la terribile guerra in corso, è partita ancora una volta la luce della pace, trasmessa di parrocchia in parrocchia dagli Scout cattolici. In un mondo intriso d’odio, essa ci ricorda che il Principe della pace ha scelto di condividere in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana.
Lunedì, 25 dicembre 2023