Secondo l’arcivescovo ambrosiano l’Europa da ricostruire e difendere è quella che si ricorda delle sue radici cristiane e ha come cuore pulsante la Lombardia cattolica, secondo l’intuizione di Benedetto XVI.
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di Michele Brambilla
L’Università Bocconi, fondata dall’ex-premier Mario Monti (presente alla conferenza), è spesso considerata il luogo in cui i rampolli delle elites economiche vengono formati ad una cultura tecnocratica che incentiva il volto rigidamente burocratico e laicista della società contemporanea. Proprio questo particolare ateneo il 6 marzo invita l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, accompagnato dal delegato vescovile per la pastorale universitaria don Marco Cianci, a presiedere nelle sue aule una assemblea degli studenti universitari milanesi che ha lo scopo di far riflettere ragazzi poco più che maggiorenni sulle elezioni europee del prossimo 19 maggio.
Mons. Delpini risponde alle molte domande sul futuro della UE mettendo al centro la questione delle radici cristiane dell’Europa, «[…] che si intrecciano con le radici ebraiche e con gli apporti delle popolazioni barbare, con il monachesimo nel Medioevo». L’Europa che conosciamo è nata da questa sintesi, attuata dalla fede in Cristo. Da “classicista” mons. Delpini racconta che il suo amore per l’Europa risale alla lettura delle Guerre persiane di Erodoto (484-430 a.C.) al liceo. «I Greci combatterono per la loro libertà e, per questo, pur molto inferiori numericamente, seppero resistere» a decenni di attacchi persiani, portatori di una cultura antitetica a quella orgogliosamente fondata sulla libertà del cittadino incarnata dalle polis elleniche. Il Cristianesimo ha valorizzato il buono del pensiero greco-romano e lo ha condotto alla piena maturità nella nuova civiltà, fondata sul Dio fatto uomo.
Queste radici, oggi, hanno bisogno dei giovani per tornare ad essere esplicitate. Per fare ciò occorre, dice l’arcivescovo, liberarsi della visione del mondo nihilista che tarpa le ali agli europei. «La lettura della storia recente, come involuzione e declino, e del nostro tempo come decadenza, mi fa sentire un poco a disagio, perché lo ritengo un luogo comune – con delle giustificazioni, certo -, ricordando che 200 anni fa c’erano centinaia di migliaia di giovani europei che portavano via tutto quello che potevano da Paesi colonizzati dove si recavano, e che i nostri bisnonni, durante Prima guerra mondiale, erano giovani che ardevano dal desiderio di andare in guerra. Voi invece», dice rivolgendosi direttamente ai ragazzi, «viaggiate e fate l’Erasmus» e siete più restii dei vostri padri a lasciarvi trascinare da ideologie mortifere. Come sarà l’Europa del domani «Lo dovete dire voi, cittadini europei dei prossimi decenni», agendo in coerenza con le radici culturali del continente.
Ritorna allora sulle labbra di mons. Delpini l’appello che Benedetto XVI pronunciò davanti ai vescovi lombardi durante l’ultima visita ad limina prima dell’entrata in vigore della rinuncia alla Cattedra petrina: «La centralità di Milano e della regione vale anche per la Chiesa. La Lombardia deve essere il cuore credente dell’Europa».